HSBC: la banca inglese finanzia la distruzione delle foreste in Indonesia

Negli ultimi cinque anni HSBC, gruppo bancario con sede a Londra, ha fatto parte di consorzi bancari che hanno finanziato con circa 16,3 miliardi di dollari e 2 miliardi di dollari in obbligazioni sei società indonesiane specializzate nella produzione di olio di palma, contribuendo in questo modo alla distruzione di vaste aree della foresta pluviale indonesiana.

È questa la denuncia che emerge dal rapporto stilato da Greenpeace, organizzazione non governativa ambientalista, intitolato “Dirty Bankers: how HBSC is financing forest destruction for palm oil”.

Secondo il rapporto di Greenpeace, HSBC avrebbe concesso ingenti somme di denaro sotto forma di finanziamenti a sei società direttamente coinvolte nella “distruzione della foresta indonesiana e del drenaggio delle torbiere, di incendi forestali, di espropriazione delle terre ai danni delle popolazioni locali, di violazione dei diritti dei lavoratori e dello sfruttamento del lavoro minorile”.

Tutte e sei le società delle quali Greenpeace ha reso pubblici i nomi - Bumitama, Goodhope, IOI, Noble, POSCO Daewoo e Gruppo Salim/Indoffo - sono specializzate nella produzione dell’olio di palma e della carta, attività che negli anni hanno causato la distruzione delle torbiere (ambienti caratterizzati da grande abbondanza d’acqua) e che sono state riconosciute come cause principali degli incendi che ogni anno colpiscono la foresta indonesiana.

Oltre alla distruzione di ecosistemi ambientali (con intere specie di animali negli ultimi anni passate da specie “in pericolo” a specie in “pericolo critico”, vedi gli orango del Borneo), sottolinea il rapporto firmato Greenpeace, le conseguenze si ripercuotono direttamente sull’essere umano, tanto che le università di Harvard e Columbia hanno stimato in oltre 100 mila le morti causate dalla crisi ambientale e sanitaria nel solo 2015 in tutto il sud-est asiatico.

HSBC, Greenpaece accusa: responsabile della distruzione delle foreste in Indonesia

Nonostante il dichiarato impegno a favore della sostenibilità, il gruppo bancario HSBC negli ultimi anni avrebbe quindi intrattenuto rapporti finanziari con società la cui attività ha avuto e continua ad avere ripercussioni dannose sulla natura e sulle specie animali, il che rappresenta, come sottolineato da Greenpeace, una chiara violazione delle politiche di sostenibilità.

In particolare dal 2012 HSBC avrebbe finanziato le sopracitate aziende indonesiane aprendo linee di credito per un totale di 16,3 miliardi di dollari, mentre altri 2 miliardi sarebbero stati investiti in obbligazioni societarie.

A tal proposito Greenpeace oltre a chiedere espressamente alla HSBC di spiegare come intende rivedere le proprie politiche esistenti adeguandole agli standard “No Deforestation, No Peat, No Exploitation” e di rendere trasparenti i rapporti con le aziende operanti nel settore dell’olio di palma, ha chiesto alle banche che forniscono prestiti e altri servizi finanziari a società operanti nel settore dell’olio di palma di:

• rivelare i dettagli dei servizi finanziari forniti a società o gruppi di società che operano nel settore dell’olio di palma;
• sottoscrivere la politica Greenpeace contro deforestazione, drenaggio delle torbiere e sfruttamento dei lavoratori e le comunità locali;
• interagire con i clienti esistenti per garantire la conformità con questa politica entro un determinato periodo di tempo, rifiutando di finanziare o rinnovare altri servizi fino alla sottoscrizione della politica di Greenpeace contro deforestazione, drenaggio delle torbiere e sfruttamento dei lavoratori e le comunità locali;
• rifiutare finanziamenti o altri servizi finanziari a clienti e potenziali clienti che non sono conformi con la politica di Greenpeace contro deforestazione, drenaggio delle torbiere e sfruttamento dei lavoratori e le comunità locali.

Cos’è l’olio di palma e quali effetti ha sulla salute dell’uomo e sulla natura

L’olio di palma è uno degli ingredienti più diffusi nell’industria alimentare. Viene utilizzato principalmente in prodotti da forno, fritture industriali e tanti altri prodotti tra cui creme spalmabili e dolci.

L’utilizzo dell’olio di palma nell’ambito della produzione industriale alimentare è molto diffuso per una serie di motivi: ha intrinseche caratteristiche che lo rendono versatile ed è inoltre molto economico, il che a livello industriale rappresenta un aspetto di non poco conto, visto che il prezzo di un prodotto secondario è in grado di incidere sul prezzo finale del prodotto finale e sui margini di profitto.

Negli ultimi anni si è creato un grande dibattito attorno alla nocività dell’olio di palma sulla salute dell’uomo e sulle ripercussioni che il suo approvvigionamento ha sull’ambiente.

Mentre resta aperto il dibattito sul fatto che l’olio di palma faccia male o meno alla salute - anche se è evidente che essendo composto quasi esclusivamente di grassi saturi, i cosiddetti grassi "cattivi" e non buoni per la saluta, l’olio di palma faccia male se assunto in grande quantità -, evidente è invece l’effetto che l’approvvigionamento di tale ingrediente ha sulla natura.

Da tempo molte associazioni ambientaliste hanno infatti denunciato la pericolosità derivante dalla lavorazione dell’olio di palma. La produzione dell’olio di palma è infatti connessa direttamente al rischio di deforestazione: intere foreste, come è il caso di quelle indonesiane, vengono rase al suolo per essere sostituite da monoculture, dimezzando così le risorse della terra, eliminando intere specie di animali e riducendo la produzione di ossigeno, essenziale per combattere le emissioni di Co2.