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Grillo a Mantova, più che uno Tsunami, una valanga: il comico lancia le 20 ore lavorative settimanali. Monti? È salito in politica contro l’M5S. Il Papa? È in ostaggio

martedì 12 febbraio 2013, di Piero Capello

La neve non ferma Beppe Grillo e la tappa di Mantova più che uno Tsunami (tour) sembra una valanga.

Moltissimi i sostenitori del comico in piazza malgrado la neve e il Gelo.

Grillo rilancia i temi della sua campagna elettorale: dal reddito di cittadinanza alle 20 ore lavorative settimanali, senza farsi mancare gli attacchi diretti agli avversari politici.

Nemmeno il Papa sfugge alle caustiche bordate del leader del M5S.

20 ore settimanali

Grillo punta sul lavoro già ad inizio comizio infuocando la platea con la proposta delle venti ore lavorative settimanali: lavorare meno, ma lavorare tutti. Ritorna anche sull’assegno di cittadinanza.
Dove trovare i soldi si domanda retoricamente prima di sparare una sequela di possibili soluzioni.
La prima? Basta rimborsi ai partiti, e porta ad esempio il proprio movimento: in tre anni senza alcuna risorsa sarebbe ormai la terza forza del politica del Paese:

“Venti ore di lavoro alla settimana garantite, ma per tutti, è questo il sogno: si va avanti con i sogni. Allora cominciamo adesso, con un reddito di cittadinanza, nessuno rimane indietro: gli esodati? ti licenziano? bisogna sopravvivere, bisogna che la gente sopravviva immediatamente, dove prendiamo i soldi? (...) Dove li prendiamo i soldi per il reddito di cittadinanza? Cominciamo a prendere i 3 miliardi e mezzo dai rimborsi ai partiti”

Ostruzionismo

Grillo ricapitola il duro cammino percorso dal suo partito e parla apertamente di ostruzionismo nei suoi confronti. Persino la data delle nuove elezioni sarebbe stata decisa per ostacolare il M5S, e Monti sarebbe sceso (o salito) in politica per togliere voti a Grillo:

“Arriva “rigor Montis” perché facciamo paura all’Europa: lo hanno costretto (Monti) a fare un movimento, lui non è da movimenti: i movimenti nascono dal basso. Lui non è un leader: se ne stava andando. Monti ha fatto il lavoro sporco da curatore fallimentare: gli hanno imposto di venire qua a fare una lista per togliere voti a noi.”

Il Papa? Probabilmente è un ostaggio

Grillo non perde l’occasione per commentare la vicenda senza dubbio di maggior rilievo della giornata di ieri: la rinuncia alla carica di Pontefice di Benedetto XVI.
Naturalmente anche in questa circostanza Grillo ha lasciato da parte i toni pacati e rispettosi adottati dai suoi rivali e ha offerto una personale interpretazione dell’avvenimento.

“Dicono che il papa non si muoverà da Castel Sant’Angelo: forse lo tengono in ostaggio. Ci sono più cattolici in Africa che in tutta Europa. Forse avremo un Papa nero... È possibile come è successo in America dove c’è Obama che ha vinto le elezioni. È fantastico perché sta venendo giù tutto.”

“Forse si è dimesso perché le tangenti MPS sono passate dallo IOR e adesso lo tengono in ostaggio a Castel Sant’Angelo.”

Sicuramente le parole di Grillo non mancheranno di sollevare un polverone in merito ad una vicenda che tocca gli animi di una fetta ingente della popolazione italiana.

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