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Gli enti locali adottano la spending review
lunedì 5 maggio 2014, di
In base al Dl 66 del 2014 gli enti locali sono impegnati a individuare potenziali sprechi e risorse da riorganizzare, al fine di attuare pienamente i propositi della spending review. Per i comuni e le provincie che opereranno correttamente i meriti non si faranno attendere: in particolare saranno distribuiti 385 milioni di euro (pari al 10 % di tutti i risparmi conseguiti) per gli anni che vanno dal 2014 al 2017.
Le sanzioni sono diversamente graduate visto che si va dai 100 euro di sanzione sino al divieto assoluto di assunzioni o consulenze per chi non certifica i crediti alle imprese oppure per chi sfora i 90 giorni di ritardo nel pagamento.
Gli enti locali, in base al dettato del decreto, hanno già avviato le operazioni di rinegoziazione del contratto (prevedendo di tagliare le forniture in modo da avere il 5 % del risparmio) ma entro il 31 maggio 2014 dovranno certificare il rispetto dei tempi di pagamento dei debiti registrati in media lo scorso anno e il ricorso agli acquisti centralizzati di Consip ed altre centrali di committenza.
Tuttavia tale operazione non sembra di facile soluzione: infatti molte amministrazioni non hanno ancora completato il censimento previsto per i debiti del 2012. Il censimento dei tempi di pagamento e degli acquisti consip secondo il direttore dell’unione province italiane (UPI) Piero Antonelli sembra una operazione impossibile da attuare. Inoltre sussistono anche dubbi in merito all’effettiva natura dell’indicatore che occorre comunicare, e pertanto appare plausibile che, qualora la norma non venga cambiata in Parlamento, scatti il taglio automatico del 10 % previsto dal Decreto Renzi. In merito al prelievo lo Stato ha già stabilito come verrà effettuato: L’Agenzia delle Entrate preleverà parte dei contributi che gli enti trasferiscono all’erario ( nel caso delle province l’RC auto e nel caso dei Comuni l’addizionale).
Per quanto riguarda i debiti della Pubblica Amministrazione nei confronti dei fornitori, il decreto fissa un nuovo termine per permettere ai privati di richiedere quanto dovuto (la scadenza per i fornitori è fissata al 23 giugno). Per le PA vi è l’obbligo di smaltire tali debiti (compresi anche i pregressi non riconosciuti che rappresentano circa il 60 % di quanto in carico agli enti) pena il divieto totale di assunzioni per l’ente inadempiente.
Per il futuro si tenterà di scendere sotto i 90 giorni medi per il saldo delle fatture (anche qui in caso di inadempienza scatteranno i divieti di assunzioni), anche per le amministrazioni con disponibilità ma bloccate dal patto di stabilità.