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Gioco d’azzardo: legge insabbiata e tutto da rifare. I soldi non ci sono e i malati possono attendere

sabato 12 luglio 2014, di Vittoria Patanè

Gli ultimi Governi, bellicosi più che mai, hanno sempre dichiarato l’intenzione di fare guerra al gioco d’azzardo, alle scommesse, alle bische e a tutte quei meccanismi che causano la proliferazione delle cosiddette ludopatie. Ma come spesso accade in Italia, le parole rimangono tali e nei fatti si fa tutto il contrario.

Il problema, in questo caso, è sempre lo stesso: i soldi. Lo Stato ha bisogno di fare cassa e il gioco d’azzardo sì, che fa guadagnare quattrini a tutti. A tutti, tranne a chi ne fa una malattia e li perde giorno dopo giorno, ma questo è un altro discorso.

C’è bisogno di gettito; i giochi e le scommesse "marchiati" Stato italiano sono fruttuosi. Così la legge contro il gioco d’azzardo e le ludopatie rischia di rimanere solo ed esclusivamente un’intenzione e di non divenire mai realtà.

La decisione della Commissione
Passateci il giro di parole, "I giochi sembravano fatti", ma l’altro ieri un colpo di scena ha sorpreso tutti. La commissione Bilancio della Camera ha bocciato la legge sul gioco d’azzardo e sulle ludopatie precedentemente approvata dalla commissione Affari Sociali.

Il sottosegretario all’Economia, Giovanni Legnini, ha spiegato ciò che è stato deciso:

«Le disposizioni del provvedimento in esame (in particolare quelle che mettono in gioco entrate e uscite, ndr) che si sovrappongono alla delega fiscale di cui alla legge 23 del 2014, potrebbero essere stralciate, mantenendo solo quelle di carattere socio sanitario»,

Cosa significa? Che le proclamate multe, le sanzioni, gli stop all’apertura di sale giochi potrebbero naufragare. Il motivo ve l’abbiamo appena detto, ma vale la pena ribadirlo: lo Stato ha bisogno di soldi e il gioco d’azzardo ne procura parecchi.

Tutto fermo insomma, aspettando nuove decisioni del Governo. Ma oltre a questo c’è di più. Perchè a rischio ci sono anche le norme socio-sanitarie inserite nel provvedimento a causa "dell’assoluta incertezza delle coperture di spesa", come ha affermato il relatore Ernesto Preziosi.

Per inserire le ludopatie nei Lea, sottolinea la Commissione Bilancio, servono coperture finanziarie che non ci sono. Inoltre se queste malattie venissero curate gratis, i ticket in meno peserebbero sui conti dello Stato. Lo stesso vale per il Fondo volto ad aiutare le famiglie dei giocatori d’azzardo patologici, i cosiddetti Gap.

Insomma riassumendo: non si sono i soldi per fare nulla e addio alla legge.

A confermarlo indirettamente è lo stesso Preziosi:
«sulle misure che introducono prescrizioni e limiti, corredati delle relative sanzioni, finalizzati a circoscrivere o a ridurre la diffusione dei giochi con vincite in denaro andrebbero acquisiti elementi volti a quantificare l’incidenza di tali misure rispetto agli effetti di gettito - già scontati ai fini tendenziali - ascritti alla vigente normativa in materia di giochi».

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