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Giappone: l"Abenomics" contro l’austerità europea. Vincono i nipponici
martedì 30 aprile 2013, di
Con "Abenomics" si indica in Giappone la strategia utilizzata dal primo ministro giapponese Shinzo Abe che ha cercato di far ripartire la crescita nel paese grazie all’innovazione, agli investimenti e ai consumi interni, senza comunque tralasciare l’esportazioni, da sempre punto di forza del Giappone.
L’Abenomics giapponese funziona, ha portato la disoccupazione ai minimi e la spesa delle famiglie a toccare il picco massimo degli ultimi nove anni. A quanto emerge dai dati provenienti dal Giappone, l’Abenomics batte l’austerità europea su tutta la linea.
Il 4 aprile scorso il Giappone ha attuato un piano di aumento della base monetaria di 1.4000 miliardi di dollari da erogare nei prossimi due anni con l’obiettivo di raggiungere un’inflazione a quota 2%.
Il Giappone con l’Abenomics cerca di uscire dalla trappola liquidità in cui è sprofondato negli anni ’90, e i primi dati sull’inflazione e l’occupazione sembrano dare ragione al primo ministro giapponese. Dall’Europa invece le notizie continuano a non essere positive e si sta assistendo ad un forte calo dell’inflazione. Nel mese di aprile in Italia il costo della vita è sceso dall’1,6% all’1,2% arrivando a toccare il tasso minimo del 2010.
Abenomics
La strategia economica intrapresa da Abe può essere illustrata suddividendola in due diverse politiche: la prima basata su interventi sull’economia reale del Giappone e l’altra che si concentra invece su politiche di economia monetaria. L’abenomics inizialmente ha scatenato polemiche e un acceso dibattito intorno ai rischi per il Giappone di intraprendere una strada di politica economica così aggressiva e sulle ripercussioni che questa strategia potrebbe avere sui rapporti internazionali soprattutto per quanto riguarda quelli valutari.
Il primo passo per l’ Abenomics è un forte incremento della spesa pubblica del Giappone: la prima erogazione di denaro è arrivata da parte del governo centrale a cui si sono affiancate politiche analoghe attivate dai governi locali. Si tratta in sostanza di un forte aumento della spesa pubblica finalizzata a incentivare investimenti per le tecnologie più avanzate soprattutto per quel che riguarda energia, ambiente, ricerca e sviluppo, per sostenere le aziende, per la ricostruzione delle zone colpite dallo tsunami, e per assicurare il sostentamento alle aree più deboli e povere del Giappone. L’obiettivo del programma, attivato all’inizio di quest’anno, doveva essere quello di portare ad una crescita del Pil giapponese con conseguente aumento di almeno 600 mila posti di lavoro.
Si vedono i primi risultati
Secondo i dati provenienti dal Giappone la ricetta dell’Abenomics funziona: nel mese di marzo la disoccupazione nel Paese è scesa al 4,1%; e allo stesso tempo la spesa delle famiglie è salita del 5,2% toccando un picco che non si registrava dal 2004. Gli analisti sottolineano come la ricetta di Abe stia iniziando a mostrare i suoi risultati positivi; secondo un funzionario giapponese nel primo trimestre dell’anno l’economia giapponese potrebbe crescere del 2%. Se a questo dato si aggiunge che da novembre la Borsa di Tokyo ha guadagnato il 50% complice la caduta dello yen sul dollaro ai minimi da quattro anni, pare proprio che la Abenomics, almeno nel breve periodo, stia vincendo la scommessa con la crescita.