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Germania, Lafontaine: Basta con la "catastrofica moneta". Anche la sinistra tedesca chiede la fine dell’Euro

lunedì 6 maggio 2013, di Marta Panicucci

Anche Oskar Lafontaine si aggiunge alla sempre più folta schiera di coloro che invocano la fine dell’Euro come unico modo per evitare un disastro economico e sociale a livello europeo. Lafontaine, leader della sinistra tedesca, è uno dei padri fondatori della moneta unica: è stato suo convinto sostenitore nel momento in cui si stava profilando la nascita di una moneta, l’Euro, che avrebbe accomunato gran parte dei paesi europei. Ma le cose sono cambiate da quel lontano 2002, anno in cui le banconote Euro hanno iniziato a circolare in Europa sostituendo le monete nazionali; Lafontaine ha lasciato i socialdemocratici e, alleandosi con il partito della sinistra, ha fondato la Die Linke.

In questi giorni Lafontaine è tornato a far parlare di sè con un post in cui riafferma la necessità di abbandonare la "disastrosa moneta" ed evitare la catastrofe. Si rafforza così il fronte anti-euro anche nella rigorosa Germania e aumentano le critiche nei confronti della cancelliera Merkel, delle sue politiche europeiste fondate sull’affermazione dell’austerity.

La catastrofica moneta

Anche dal partito di uno dei padri fondatori tedeschi della moneta unica si levano voci di forte dissenso nei confronti dell’Euro e si arriva a invocare di "farla finita con l’esperienza dell’euro". Non sono più soli quindi gli euroscettici di Alternativa per la Germania; anche la sinistra tedesca adesso chiede il dissolvimento della moneta unica.

Secondo Oskar Lafontaine, ministro delle finanze tedesco che lanciò l’euro, il percorso che attualmente l’Europa sta percorrendo sta "portando al disastro", solo decretando la fine dell’euro si potrebbe stimolare la ripresa dell’Europa del sud.

Secondo Lafontaine “I tedeschi ancora non hanno realizzato che i paesi dell’Europa meridionale, compresa la Francia, prima o poi saranno costretti dalla miseria a combattere contro l’egemonia tedesca”. Gran parte della crisi è da addebitarsi alla politica tedesca; alla compressione salariale della Germania, attuata per guadagnare quote di esportazione, che condurrà però alla ribellione contro Berlino dei paesi in difficoltà.

La sua previsione sembra aver trovato una prima conferma nel Ministro delle finanze francese, Pierre Moscovici, che ha proclamato la fine dell’austerità e il trionfo della politica francese, rendendo sempre più freddi i rapporti tra Berlino e Parigi.

Posizione ufficiale della Linke

Il primo germe di euroscetticismo è nato in Germania grazie al partito Alternativa per la Germania e adesso si rafforza con la presa di posizione di Lafontaine. La linea ufficiale del partito del leader della sinistra tedesca però non coincide perfettamente con quello di Lafontaine; i co-segretari della Linke infatti temono che la sua presa di posizione porti a confondere la Linke con il partito anti-euro di Bernd Lucke.

Secondo i sondaggi, il partito di Lafontaine avrebbe perso 4 punti dalle elezioni del 2009, ed è probabile che la disaffezione nei confronti dei social-comunisti provenga proprio dall’affermazione del nuovo partito anti-euro. I co-fondatori della Linke non vogliono dare l’impressione di imitare le politiche degli ultimi arrivati, ma forse nelle intenzioni di Lafontaine c’è la volontà di riavvicinare al partito quella parte di opinione pubblica euroscettica di cui Bernd Lucke si è fatto portavoce.

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