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Forex, euro-dollaro: perché l’euro scende dopo l’accordo Grecia-UE

martedì 14 luglio 2015, di Flavia Provenzani

Continuano le reazioni in controtendenza dell’Euro, con il cambio euro-dollaro EURUSD a quota 1.1025, in ribasso dell’1.23%, sulla via di un potenziale raggiungimento parità contro il dollaro nel prossimo futuro.

Ma perché l’euro scende?
Se è ormai deciso che la Grecia rimarrà nell’Eurozona, non dovremmo assistere ad un aumento della moneta unica sulla scia della buona notizia? Dopotutto, una Grexit sembra ormai essere esclusa da tutti gli scenari sulla crisi del debito in Grecia.

È vero. Ma ora lo scenario peggiore per la Grecia sembra essere svanito, i forex trader si stanno concentrando sulle prospettive dell’economia negli Stati Uniti - in particolare sui prossimi passi della Federal Reserve.

Alcuni analisti avevano suggerito che la Fed avrebbe potuto aspettare a rialzare i tassi di interesse proprio nel mese di settembre in caso di uscita della Grecia dall’Euro, perché questo avrebbe potuto destabilizzare i mercati finanziari a livello mondiale.

Anche alcuni dei membri della Federal Reseve avevano espresso una certa preoccupazione per la Grecia in sede dell’ultima riunione del FOMC a giugno.

Steven Englander, strategist sul mercato valutario di Citigroup, ha scritto in una nota di lunedì mattina che il mercato sta assimilando la notizia sull’accordo in Grecia come un segnale di forte probabilità di un aumento dei tassi di interesse a settembre.

I rendimenti obbligazionari statunitensi sono in netta risalita. Il benchmark sui Treasury a 10 anni ha colpito il 2,45% - in prossimità dei livelli massimi del 2015. Questo è un altro segno che spiega come gli investitori stiano scommettendo sul rialzo dei tassi a settembre.

Se la Federal Reserve deciderà di rialzare davvero i tassi alla fine dell’estate, il dollaro dovrebbe continuare ad aumentare di valore contro l’euro sul cambio EURUSD.
I tassi di interesse più elevati generalmente portano ad una moneta più forte.

Allo stesso tempo, invece, la Banca Centrale Europea non ha alcuna fretta di alzare i tassi - o porre fine alle politiche di stimolo previste dal quantitative easing - nel medio termine.

La BCE ha recentemente intrapreso una politica di acquisti di obbligazioni conosciuta come quantitative easing o QE, molto simile alla strategia di politica monetaria della Fed iniziata nel bel mezzo della crisi finanziaria.
L’acquisto di bond dovrebbe spingere in basso i tassi in Europa e svalutare l’euro.

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