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Fmi: AUD e CAD, nuove riserve valutarie ufficiali?

martedì 27 novembre 2012, di Erika Di Dio

All’inizio della scorsa settimana, il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) ha reso noti i suoi piani per l’aggiunta dell’AUD e il CAD nella lista delle riserve valutarie ufficiali. Nei dati trimestrali rilasciati dal COFER (Currency Composition of Official Foreign Exchange Reserves), l’Fmi mostra quali sono le valute che le maggiori banche centrali di tutto il mondo hanno nelle loro riserve. Dalla versione più recente è emerso che alcune banche centrali stanno iniziando a rifornirsi di AUD e CAD, in cima al solito set di valute di riserva, vale a dire il dollaro Usa, l’euro, il pound, lo yen e il franco.

In passato, sia l’AUD che il CAD erano semplicemente incluse sotto la voce "Altre valute" dell’FMI. Questa volta, visto che le banche e le istituzioni finanziarie sono alla ricerca di alternative di rifugio sicuro, l’FMI ritiene che sia arrivato il momento di elencare il dollaro australiano e quello canadese separatamente in quanto più banche centrali stanno mostrando interesse in queste valute.

Naturalmente, alcuni analisti si sono affrettati a sottolineare che si tratta solo di un dettaglio tecnico, e che non è una grande novità. Prendete nota, tuttavia, che l’FMI non ha designato una nuova valuta di riserva da quando ha introdotto l’euro nel 1999!

Molti inoltre credono che l’impatto dei piani dell’Fmi sarebbero più visibili nel lungo termine. Per prima cosa, avere l’AUD e il CAD come riserve valutarie consentirebbe di aumentare la loro domanda in quanto più banche centrali straniere considerano queste comdoll "scommesse sicure". Infatti, il CAD è già salito del 2,9% quest’anno, in parte grazie al maggior interesse per Russia, Svizzera e anche altre banche centrali dell’Asia e dell’America Latina.

Avere l’AUD e il CAD come riserve valutarie significherebbe anche che i trader comdoll avrebbero un altro fattore da considerare prima di negoziarle; se le due suddette diventano riserve valutarie ufficiali, i trader dovranno adesso considerare l’appetito della banca centrale per le comdoll.

Per ultimo e non per questo meno importante bisogna considerare che l’aggiunta di più riserve valutarie significa che la domanda di altre valute sta probabilmente crescendo alla stessa velocità con cui la domanda per la valuta di riserva finale, il dollaro, sta diminuendo.

Poichè gli Stati Uniti sono i "proprietari" del dollaro, in questo momento stanno godendo di tassi più bassi sui loro prestiti. Potrebbero anche stampare denaro a loro piacimento senza molta attenzione alle conseguenze, ma se il dollaro è sostituito come la valuta di riserva mondiale da altre valute, allora ciò avrebbe un impatto significativo sulla capacità dello Zio Sam di ripagare i suoi eormi debiti.

Naturalmente non si può sostituire il dollaro in un anno o due. Molto probabilmente, il processo richiederà almeno un decennio e poi bisogna ricordare che i rapporti dell’FMI arrivano sempre in ritardo di un paio di mesi. Il report che abbiamo visto è solo un riflesso di una tendenza che è già in corso e che sarà tale da incidere in modo significativo sull’azione dei prezzi nel futuro prossimo.

Ma almeno per ora abbiamo un’idea delle nostre alternative mentre comprendiamo la direzione di altre valute principali nel bel mezzo della questione del bailout greco, il fiscal cliff americano e forse anche un possibile downgrade di credito della Gran Bretagna.

Traduzione italiana a cura di Erika Di DIo. Fonte: Babypips

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