Home > Altro > Archivio > Finlandia: i populisti perdono consensi. Ecco perché
Finlandia: i populisti perdono consensi. Ecco perché
mercoledì 8 marzo 2017, di
Anche i partiti populisti perdono popolarità. In Finlandia il partito populista dei Veri Finlandesi, nella coalizione di governo da maggio 2015, sta perdendo consenso e credibilità a causa del fatto che fin’ora non è stato in grado di implementare l’agenda promessa agli elettori.
Ciò che la base recrimina al partito è il fatto di non aver perseguito col giusto ardore il programma elettorale del 2015. Nello specifico, molti ritengono che i populisti finlandesi si siano adagiati sugli allori del potere abbandonando nel frattempo i propositi anti-UE, anti-immigrazione e anti-establishment che muovono il partito dei Veri Finlandesi fin dalla sua costituzione.
Il leader e attuale Ministro degli esteri finlandese Timo Soini starebbe per questo meditando le dimissioni, segno che il Partito dei Veri Finlandese naviga in acqua tormentate. Secondo Bloomberg, Soini potrebbe essere sostituito da Sampo Terho, un suo fidato, o da Jussi Halla-Aho, più estremo e principale critico dell’UE.
Finlandia: perché i populisti perdono consensi?
Quando nel 2015 il partito populista dei Veri Finlandesi s’impose alle elezioni nazionali come il secondo partito finlandese - dopo i centristi dell’attuale Primo ministro Juha Sipilä - l’UE si rese conto che qualcosa in Finlandia era andato storto. Tra i Paesi Scandinavi, la Finlandia è certamente quello che più d’ogni altro ha sofferto della crisi economica connessa direttamente agli aggiustamenti interni promossi dal governo per ripianare il gap di competitività con l’estero.
Come per ogni altro partito populista europeo, i Veri Finlandesi assurgono al potere in circostanze direttamente ascrivibili alla crisi e alla conseguenze dell’austerità sul tessuto sociale.
Tuttavia, dopo due anni di governo di coalizione (centristi, populisti, e centrodestra) i Veri Finlandesi hanno perso consenso e credibilità a causa del fatto che le dinamiche di coalizione hanno impedito ai populisti di avvalorare le promesse fatte in campagna elettorale come il ripristino dello stato sociale, devastato dalle manovre di consolidamento fiscale, e la lotta all’immigrazione.
In altre parole i populisti finlandesi soffrono di un comune complesso morale in politica. Una volta al potere, un partito tende a dimenticare quanto promesso alla base elettorale. I Veri Finlandesi si sono semplicemente allineati alle posizioni moderate del governo Sipilä. L’esperienza di governo ha innescato nei Veri Finlandesi un moto centripeto. Come ha riportato Bloomberg, i Veri Finlandesi hanno smesso di perseguire alcuni punti dell’agenda già da diverso tempo. Tra questi se ne possono rammentare due:
- L’eliminazione della tassazione sulle auto;
- prerogativa di ogni partito populista è quello di rinnegare in ogni sede e consesso il trattamento che l’establishment ha riservato alla Grecia. I Veri Finlandesi si mostrati laschi nel difendere le ragioni elleniche contro il diktat della Troika. Una mossa a quanto pare imperdonabile.
Al momento, secondo quanto riportato da Bloomberg, il leader dei Veri Finlandesi e attuale Ministro degli esteri Timo Soini starebbe meditando le dimissioni. In pole ci sarebbero Sampo Terho, vicino a Soini, e l’eurodeputato Jussi-Halla Aho, figura tra le più estreme e critiche nei confronti dell’UE. I Veri Finlandesi sono incastonati in un dilemma: continuare a vivacchiare politicamente, negando i principi stabiliti nell’agenda anti-UE e anti-immigrazione, o minare la stabilità politica in nome di una rivoluzione anti-establishment solo promessa e mai perseguita?