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Euro-Dollaro in rialzo dopo deludenti dati USA: focus sulla riunione BCE

mercoledì 20 gennaio 2016, di Livio Spadaro

Il cambio Euro-Dollaro ha reagito senza particolari fluttuazioni dopo la pubblicazione dei dati macroeconomici americani. I dati macro USA si sono rivelati sotto le attese, lasciando intendere che l’economia statunitense fatica a riprendersi, dimostrandosi in difficoltà alla stretta voluta dalla Federal Reserve.

Se le future proiezioni macroeconomiche sull’economia americana dovessero continuare a non raggiungere le attese, è probabile che la Fed decida di abbandonare il progetto sul rialzo dei tassi o quanto meno decidere per un aumento più graduale di questi ultimi. Nel frattempo, l’attenzione è proiettata alla riunione BCE di domani, dalla quale potrebbero emergere nuove indicazioni sulle intenzioni dell’istituto centrale europeo riguardo la politica monetaria dell’Eurozona.

USA: inflazione debole, segnali contrastati dal settore immobiliare

Il cross Euro-Dollaro si è dimostrato poco mosso dopo la pubblicazione dei dati macroeconomici USA. Nel particolare, l’inflazione su base annuale e su base mensile si è rivelata al di sotto delle attese così come l’indice dei principali prezzi al consumo.

Dati contrastati invece quelli riguardanti il settore immobiliare: sono aumentati più del previsto i permessi di costruzione e le concessioni edilizie mentre sono scese più del consenso le aperture di nuovi cantieri edili sia su base mensile che annuale.

Sono risultati in miglioramento rispetto al dato precedente i redditi reali su base mensile che sono aumentati del +0,1% contro un precedente in calo del -0,1%.

Euro-Dollaro: focus su conferenza di domani del presidente BCE Mario Draghi

Lo scarso dato sull’inflazione potrebbe suggerire agli investitori e agli operatori del mercato che la Federal Reserve possa abbandonare o comunque modificare il progetto di un graduale rialzo dei tassi di interesse.

Come noto, la stretta sull’economia americana voluto dall’istituto centrale statunitese, tiene conto di vari parametri con particolare attenzione proprio all’inflazione la quale stenta a crescere a causa del calo del petrolio e della condizione economica americana non proprio delle più brillanti.

Il focus degli operatori a questo punto si sposta sulla riunione della BCE di domani dalla quale potrebbero trapelare nuove indicazioni sulle manovre di politica monetaria dell’istituto centrale europeo. Alle 14:30 è attesa la conferenza stampa del presidente della BCE, Mario Draghi, che illustrerà la situazione attuale dell’Eurozona ai giornalisti.

Il crollo dei prezzi del petrolio, il rallentamento dell’economia cinese e i dubbi sollevatisi sullo stato dell’economia americana spingono gli analisti a pensare che la BCE possa sorprendere.

Riunione BCE, analisti: Draghi interverrà per fermare l’emorragia dei mercati?

Secondo gli analisti di IG ancora non sussistono i presupposti per una modifica della politica monetaria vigente, visto il basso lasso di tempo intercorso tra la riunione di Dicembre e quella di domani.

Tuttavia, sempre secondo gli esperti di IG, Draghi dovrà in qualche modo dare conforto ai mercati finanziari e quindi bisognerà prestare molta attenzione alla dialettica del presidente durante la conferenza stampa.

Gli strategist di Adria Group invece pensano che Draghi possa sorprendere nella conferenza di domani vista la situazione sempre più critica del petrolio che potrebbe portare ad un’ondata deflazionistica che rischia di far saltare i piani della BCE sull’inflazione dell’Eurozona.

Euro-Dollaro: analisi tecnica su base daily

L’Euro-Dollaro ha virato in leggero rialzo poco dopo l’uscita dei dati macro statunitensi. Attualmente si registra un rialzo del +0,06% pari ad una quotazione di 1,0916. Dall’analisi grafica emerge una situazione congestionata con il cambio che ormai oscilla tra il livello di 1,08 e 1,09.

Contrariamente alla teoria della correlazione negativa che intercorre tra petrolio e Dollaro americano, mentre il petrolio affonda la moneta americana sta perdendo terreno.

La spiegazione probabilmente risiede nel fatto che un sempre più debole petrolio possa spingere la Fed ad abbandonare il rialzo dei tassi programmato visto il rischio di spirale deflazionistica che incombe su molte economie.

Nonostante la neutralità del grafico, l’indicatore MFI segnala una crescente fase di rialzo allontanandosi verso l’alto dal valore neutro di 50. Anche l’ADX dà segnali di rialzo con il +DM che si trova al di sopra del -DM e l’ADX che comincia a segnalare una maggiore forza del trend in atto anche se ancora sembra essere piuttosto debole.

Il RSI invece continua la fase laterale al di sopra del valore di 50, senza segnalare quindi particolari movimenti di prezzo.

Tale configurazione grafica suggerisce un possibile allungo del cambio verso quota 1,10. Determinanti saranno le dichiarazioni che il presidente Draghi rilascerà domani a margine della conferenza stampa.

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