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Elezioni USA 2016: Sanders appoggia Clinton, ecco perché
mercoledì 13 luglio 2016, di
Elezioni USA 2016: Sanders appoggia la candidata democratica Hilary Clinton.
Bernie Sanders ha riconosciuto la sconfitta alle primarie democratiche e ha ufficialmente deciso di appoggiare la candidatura di Hillary Clinton alle elezioni USA 2016 definendola "di gran lunga il miglior candidato" capace di affrontare le sfide che il Paese le porrà davanti.
Le elezioni presidenziali negli Stati Uniti d’America del 2016 si terranno l’8 novembre e vedranno contrapporsi il candidato repubblicano Donald Trump e la democratica Hillary Clinton.
I due avversari sono nel pieno delle ultime battute prima del grande verdetto finale e non mancano i colpi di scena ad infuocare queste elezioni, forse tra le più controverse degli ultimi anni.
Bernie Sanders, candidato indipendente sconfitto dalla Clinton ai caucus dalla Clinton, dopo mesi di rivalità ha ora deciso di supportare pienamente la ex-rivale.
Perché Sanders ha deciso di appoggiare la candidatura di Hilary Clinton alle elezioni USA 2016? Vediamo cosa c’è dietro il suo endorsement.
Elezioni USA 2016: perché Bernie Sanders appoggia Hillary Clinton?
Tutti coloro che hanno ascoltato almeno uno degli innumerevoli discorsi di Bernie Sanders avranno sicuramente storto il naso dopo le parole pronunciate ieri nel New Hampshire con cui il senatore del Vermont ha scelto di abbracciare a pieni polmoni l’ormai ex avversaria.
Suona strano visto che tutti i discorsi che Sanders ha pronunciato fino ad oggi sono stati finalizzati a spiegare agli elettori democratici perché lui sarebbe stato un candidato migliore di Hillary Clinton. Le sue parole sono state un apparente endorsement della campagna presidenziale di Clinton.
Ma in realtà non lo erano, sebbene abbia detto:
"Sono venuto qui per rendere il più chiaro possibile il motivo per cui io appoggio Hillary Clinton, perchè lei deve diventare il nostro prossimo presidente”.
Che cosa è stato allora? Una celebrazione di Bernie Sanders fatta da Bernie Sanders in persona. Analizzando il discorso, il senatore si è speso nella maggior parte del tempo nel parlare dei risultati ottenuti dalla sua candidatura e ad evidenziare l’enorme seguito generato.
Dopo aver sottolineato di aver ottenuto più di 13 milioni di voti alle primarie e che 1,4 milioni di persone lo aveva seguito in diretta ha aggiunto:
“La nostra campagna ha vinto le primarie e i caucus in 22 stati, e quando i risultati verranno proclamati alla convention nazionale democratica a Philadelphia, mostreranno che abbiamo quasi 1.900 delegati. Un gran numero, molto più di quanto chiunque pensava avremmo potuto ottenere”.
La Clinton è rimasta impassibile di fronte alla dichiarazioni di Sanders che ha continuato ad enumerare politiche e campagne, supportate dal suo movimento, sostenendo che “Hillary sa”, “Hillary capisce” e “Hillary approva” le sue posizioni. Un colpo basso che la compare democratica ha incassato a dovere. Ma perché?
Perché Clinton sapeva di aver bisogno di Sanders. Avrebbe dovuto forse scrivere un discorso ad hoc per lui, ma al fine di unificare il partito il supporto del senatore era una bomba da detonare e inimicarselo avrebbe significato perdere punti contro Trump.
Quindi Sanders e il suo socialismo ribelle dai capelli bianchi non manca di stupire ancora una volta, ha illuso chi lo credeva ormai finito e pronto a vendersi per ottenere uno spicchio di popolarità, ma da vecchia volpe indipendentista quale è ha saputo veicolare l’evento di ieri nella direzione che ha intrapreso da tempo. Come suggeriscono i suoi slogan "La rivoluzione è già qui" e a quanto pare non smette di fare passi avanti, in una gincana che sarcasticamente si prende gioco dei poteri forti.