Home > Altro > Archivio > Elezioni USA 2012: Obama e Romney tra uragani, documentari e sondaggi
Elezioni USA 2012: Obama e Romney tra uragani, documentari e sondaggi
lunedì 27 agosto 2012, di
La campagna elettorale USA 2012 entra nel vivo: Obama e Romney, circondati da una forte pressione da parte dell’opinione pubblica e, soprattutto, mediatica, si sfidano tra uragani, documentari e i soliti sondaggi.
Un ciclone sui repubblicani
Un uragano ferma la convention repubblicana a Tampa, in Florida: è un segno divino? Non sembrerebbe, perché la corsa alla Casa Bianca di Mitt Romney sarà benedetta dal capo dei vescovi USA Timothy Dolan: una mossa non indifferente che forse contribuirà a spostare il voto dei cattolici. Strano, però, perché i mormoni, il gruppo religioso di cui fa parte lo stesso Romney, sono sempre stati considerati una setta fanatica ed estremista dalla fazione di cattolica: eppure, complice anche la candidatura di Paul Ryan come vicepresidente, cattolicissimo anche lui, senza contare le idee ultraconservatrici di Romney e dello stesso Ryan, il voto dei cattolici potrebbe tingersi di repubblicano, e se pensiamo che dal 1972 a oggi chi ha conquistato il voto dei cattolici, ha anche vinto le elezioni presidenziali, la benedizione del vescovo Dolan potrebbe pesare e non poco sulla corsa alla Casa Bianca di Romney.
E visto che siamo in tema di religione, non possiamo non parlare dell’ultima gaffe repubblicana, firmata stavolta da Todd Akin, deputato del Missouri, che in un’intervista a una televisione locale, ha dichiarato: "Da quanto ho sentito dai medici, restare incinta dopo uno stupro è un fatto decisamente raro". La spiegazione scientifica? "In caso di stupro vero e proprio, il corpo femminile può evitare la gravidanza". E in caso di gravidanza indesiderata, poi, le conseguenze spiacevoli dovrebbero ricadere sullo stupratore e non sul feto. Dichiarazioni che hanno fatto (e continuano a far) discutere negli Stati Uniti e non solo. Romney e Ryan hanno chiesto un passo indietro ad Akin, che però ha rifiutato. D’altro canto, Romney, secondo alcuni repubblicani troppo "liberal", deve vedersela anche con la proposta del suo vice di privatizzare il sistema sanitario pubblico nazionale, una proposta mal vista soprattutto negli Stati indecisi, ovvero quelli in cui si gioca il futuro della Casa Bianca. Insomma, le gatte da pelare per Romney sembrano davvero tante, ma, uragano Isaac a parte, i venti per il candidato repubblicano non sono tutti sfavorevoli.
Sondaggi e film a favore di Romney
A cominciare dai sondaggi: secondo un sondaggio NBCNews e Wall Street Journal, Obama guiderebbe ancora la classifica dei consensi con il 48%, mentre Romney sarebbe indietro di 4 punti. L’attuale presidente, dunque, sarebbe ancora in vantaggio, e fin qui nulla di nuovo, ma la cosa che salta all’occhio è che Obama, rispetto a luglio, ha perso 1 punto percentuale, quello stesso punto che ha guadagnato Romney. Una differenza di 6 punti percentuali che si è ridotta a 4 in solo 1 mese.
A favore di Romney, tuttavia, viene in soccorso anche il cinema: sì, quel cinema che più o meno ha sempre preso le parti di Obama. Polemiche su "Il cavaliere oscuro - Il ritorno" a parte, nelle sale sta spopolando un documentario anti-Obama, dal titolo "2016: Obama’s America", tratto dal romanzo "Le radici della rabbia di Obama", del conservatore Dinesh D’Souza. Uscito in poche sale, il film ha rapidamente scalato la classifica del box office piazzandosi al quarto posto, nonostante sia uscito in un terzo delle sale in cui sono usciti i primi 3 film. Il documentario, partendo dall’infanzia e dalla giovinezza di Obama, si scaglia contro la sua visione del mondo, profetizzando come potrebbe diventare l’America nel 2016, qualora Obama venisse rieletto. Inutile dire che il quadro, secondo il documentario, è molto più che fosco.
La situazione attuale a circa due mesi dal voto
In attesa che il film esca anche qui da noi (molto difficile, ma non impossibile), andiamo a vedere qual è la situazione attuale negli Stati Uniti d’America per quanto riguarda gli Stati pro-Obama, quelli pro-Romney e gli swing States, ovvero gli Stati ancora indecisi.
Stati pro-Obama: California, Connecticut, Delaware, District of Columbia, Illinois, Maine, Maryland, Massachussetts, New Jersey, New Mexico, New York, Oregon, Rhode Island, Vermont, Washington, Michigan, Minnesota, Nevada, New Hampshire, Pennsylvania.
Stati pro-Romney: Alabama, Alaska, Arizona, Arkansas, Georgia, Idaho, Indiana, Kansas, Kentucky, Louisiana, Missouri, Montana, Nebraska, North Dakota, Oklahoma, South Dakota, South Carolina, Tennessee, Texas, Utah, West Virginia, Wyoming.
Stati indecisi: Colorado, Florida, Iowa, North Carolina, Ohio, Virginia, Wisconsin.