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Elezioni USA 2012: Michelle Obama e l’American Dream da perseguire

mercoledì 5 settembre 2012, di Daniele Sforza

Una Michelle Obama sobria, sincera, straordinaria: è lei, senza ombra di dubbio, la persona-chiave di queste elezioni USA 2012. Tra ricordi, politica e "American Dream", il discorso della First Lady ha lasciato ottime impressioni.

Michelle Obama apre la strada

Michelle Obama sale sul podio democratico e comincia il suo discorso, l’America intera la sta a sentire. Attende le sue parole. Si emoziona all’inizio e alla fine. Michelle Obama, è lei la vera star della Casa Bianca, ma anche della politica statunitense. Più amata del marito, e non è un caso, la First Lady ha difeso il mandato di Obama, ripercorrendo gli anni che li hanno visti innamorati, parlando a cuore aperto con le donne, vero target del discorso, e ritornando su un elemento chiave, soprattutto alla classe media e alle minoranze etniche: l’American Dream, il Sogno Americano, ancora da perseguire. Il futuro di un Paese post partisan, in cui le fazioni politiche abbandonano le loro ideologie per venire incontro alle esigenze e ai bisogni dei cittadini, di qualsiasi classe. Questo il sogno di Obama, che in questi 4 anni non è riuscito a perseguire anche per colpa dei repubblicani, timorosi di essere annullati dal progetto americano, e che hanno risposto a suon di no a ogni proposta di Barack Obama, sostenendo con fervore tesi contrarie alle sue proposte.

Un discorso che è piaciuto

Michelle Obama è apparsa sobria, delicata, elegante, mai offensiva: nessun commento diretto all’avversario, nessun tackle contro i repubblicani: "Barack crede che se si lavora duro e bene, poi non ci si sbatte la porta dietro, ma si dà agli altri le stesse possibilità avute di avere successo", è il riferimento più "diretto" nei confronti di Romney e, furbescamente, a difesa della classe media.
Riconfermare Obama per un futuro migliore, per un mondo migliore, per un’America migliore. Per salvaguardare il futuro dei propri figli, per dare loro la possibilità di crescere in un Paese lontano dall’odio e ancora simbolo universale di diplomazia, crescita e democrazia. Nessun vittimismo, nessuna lacrima, nessun tentativo di far scaturire compassione, ma solo un messaggio, chiaro, deciso e pulito: se gli americani riconfermeranno Obama alle prossime elezioni, allora il futuro sarà migliore.
"Credete ancora in lui", dice, perché è lui il garante dei "sogni dei nostri figli".
E proprio sui figli ha puntato l’attenzione degli americani, vincendo, per certi versi, il duello con Ann Romney: "La cosa più importante per me è ancora il titolo di ’mamma-in-capo’", ovvero ricoprire alla perfezione il ruolo di madre, capace di guidare la famiglia anche nelle situazioni più difficili e delicate. Gay, militari e donne sono stati i tre target principali del discorso della First Lady, senza contare l’umanizzazione (ulteriore) di Barack, e il perseguimento di un sogno: quel cambiamento, parola chiave di 4 anni fa, che, pur non essendo stato esplicitamente rivelato, è stato il filo conduttore di tutto il discorso. Un progetto non ancora concluso, che avrà il bisogno dell’appoggio di tutti gli americani.

L’investitura di un ex presidente

Prima di lei, l’ex presidente Jimmy Carter ha elogiato l’investitura di Obama, chiedendo agli americani la sua riconferma: "Barack, in questi anni, ha messo al centro della sua politica la difesa del ceto medio. Tutti gli americani, dalla Pennsylvania alla Georgia, sanno che possono contare su di lui".
La convention democratica si è aperta dunque nel migliore dei modi: anche il pubblico ha reagito con più calore ed entusiasmo al discorso di Michelle Obama, molto di più di quanto i repubblicani abbiano esaltato Ann Romney. Un confronto, questo, che peserà poco sulla bilancia del voto americano, ma quel che è certo è che, se Obama uscirà vincitore dal primo confronto a distanza, gran parte del merito andrà anche e soprattutto a sua moglie.

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