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Dichiarazione dei redditi, 8x1000: Maggior beneficiario la Chiesa Cattolica. E chi non esprime alcuna preferenza?
sabato 27 aprile 2013, di
Ogni anno i contribuenti italiani sono chiamati a compilare la propria dichiarazione dei redditi, nella quale hanno la possibilità di destinare una quota, ovvero l’8x1000 allo Stato o a diverse confessioni religiose. Questa quota è stata introdotta dall’art. 47 della legge 222/1985 sulla scia del concordato firmato tra la Repubblica Italiana e lo Stato del Vaticano. Dal momento che ci troviamo nel periodo dell’anno in cui siamo chiamati a compilare la dichiarazione dei redditi è interessante vedere come sono stati spartiti negli ultimi anni i soldi provenienti dall’8x1000 e a chi sono destinate lo quote di coloro che non esprimono alcuna preferenza.
8x1000
L’8x1000 proviene dal gettito IRPEF dei contribuenti italiani, ed i soggetti a cui è possibile destinare la propria quota sono diversi:
- lo Stato
- la Chiesa cattolica
- la Chiesa valdese, Unione delle Chiese metodiste e valdesi
- l’Unione delle Chiese Cristiane Avventiste del Settimo Giorno
- le Assemblee di Dio in Italia (Pentecostali)
- l’Unione delle comunità ebraiche italiane
- la Chiesa Evangelica Luterana in Italia
- l’Unione Cristiana Evangelica Battista d’Italia
- la Sacra Arcidiocesi Ortodossa d’Italia ed Esarcato per l’Europa meridionale
- la Chiesa Apostolica in Italia (Pentecostali)
- l’Unione Buddista Italiana
- l’Unione Induista Italiana
Ogni cittadino in sede di dichiarazione dei redditi può decidere di dedicare l’8x1000 ad una di queste opzioni, mettendo la propria firma sul modello 730 in corrispondenza dell’istituzione scelta.
Lo Stato poi calcola la somma totale data dall’IRPEF e da questa scorpora l’8x1000 indicando secondo quali percentuali andrà ripartito. La scelta espressa da ogni contribuente non comporta la destinazione diretta del proprio 8x1000 all’istituzione indicata; la scelta serve al fine di stabilire una media tra tutti i contribuenti in modo che tutte le firme abbiano uguale peso, indipendentemente dal reddito del cittadino. Dopo aver stabilito il gettito dato dall’IRPEF infatti lo Stato calcola la percentuale delle preferenze delle firme e in base a queste ripartisce l’8x1000 ai vari enti.
Secondo i dati diffusi ogni anno dallo Stato, la Chiesa Cattolica è il primo ente a ricevere la quota dell’8x1000 con percentuali che variano ogni anno ma che si aggirano comunque tra l’80-90% del totale delle entrate.
8x1000 alla Chiesa Cattolica
Come emerge dai numeri diffusi ogni anno la gran parte dei proventi dell’8x1000 va alla Chiesa Cattolica. Ma la Chiesa come impiega i soldi che riceve? A questo proposito ogni anno viene organizzata una conferenza episcopale in cui si decide come suddividere la somma ricevuta. Di seguito una tabella che indica com’è stato utilizzato l’8x1000 del 2012 destinato alla Chiesa Cattolica, pari a 1miliardo e 148milioni di euro.
| Destinatari | somma ricevuta |
| esigenze di culto e pastorale | 479.226 |
| interventi caritativi | 255.000 |
| sostentamento del clero | 363.850 |
| accantonamento per futura destinazione | 50.000 |
E chi non firma per nessun ente?
Uno degli aspetti più criticati del meccanismo dell’8x1000 è la ripartizione delle scelte inespresse. Il cittadino che compila la propria dichiarazione dei redditi infatti non è obbligato ad esprimere la propria preferenza per un’istituzione tra quelle proposte.
La ripartizione delle scelte inespresse si basa su un criterio proporzionale legato alle scelte espresse che quindi finisce con il privilegiare la Chiesa Cattolica in primo luogo, seguita dallo Stato italiano. Tale metodo infatti ha da sempre ricevuto le critiche del mondo laico secondo cui violerebbe il principio dell’equo sostegno alle diverse confessioni religiose.