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Dalla Lira all’Euro: alcuni argomenti di cui non si parla
domenica 2 dicembre 2012, di
Nel vasto panorama della polemica su un eventuale ritorno alla lira si dimenticano spesso alcuni aspetti trascurati di cui tutti i governi dal 2011 in poi avrebbero dovuto occuparsi e che invece sono (volutamente?) sottaciuti e lasciati a livelli di oltre 10 anni fa: il valore assoluto delle soglie fiscali.
Anche se l’Euro è nato per sterilizzare l’inflazione, sappiamo tutti che negli ultimi 10 anni i prezzi sono comunque saliti, tanto quelli di beni e servizi, quanto il livello nominale dei salari.
A fronte di tutto ciò ci sono delle cifre che non sono mai cambiate dalla loro conversione lira/euro a detrimento di imprese e cittadini.
Vediamo un paio di esempi:
Reddito minimo per uscire dallo stato di famiglia
Sappiamo tutti che la disoccupazione giovanile è una piaga della nostra situazione attuale. In pochi sottolineano come uno dei fattori che la causi è che un figlio che trovi il modo di lavorare regolarmente smette di risultare a carico dei genitori dopo aver accumulato un reddito di 2.800€ lordi in un anno, alias 5,5 milioni delle vecchie lire.
Una cifra ridicola che nel caso non infrequente di redditi giovanili bassi (lavoro occasionale o part time) può portare un danno economico alla famiglia che compensa quasi del tutto il reddito del figlio. Insomma: un incentivo a lavorare in nero o non lavorare affatto.
Spese per beni deducibili nell’anno
Questo mancato adeguamento riguarda le imprese ed è altrettanto dannoso: se un’azienda acquista un bene strumentale (quindi necessario allo svolgimento dell’attività) che costi più di 516,46€ iva eslcusa, ovvero il vecchio milione di lire, è costretta a scaricarne il costo in 5 anni anzichè nell’anno in cui affronta la spesa.
Questo vuol dire che moltissimi beni di uso comune per le attività produttive hanno questo trattamento fiscale anche se il valore di ciò che si acquista oggi con 516€ è certamente meno di ciò che si sarebbe acquistato nell’anno 2000 con un milione di lire.
Risultato: le aziende che sono costrette a comprare beni strumentali che costino più di un milione di lire hanno un pressione fiscale effettiva nell’anno successivo maggiore rispetto a quanto dovrebbero, devono quindi accantonare più soldi per le tasse ed hanno meno risorse da investire per crescere e creare occupazione.
Il tutto per via di alcune cifre che, per mera opportunità dei vari governi, non sono mai state ritoccate benchè siano ormai anacronistiche e dannose per l’economia. Parlatene al vostro politico di fiducia.