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DL Casa, via libera dalla Commissione: addio al tetto per il Bonus mobili. Le nuove regole
mercoledì 7 maggio 2014, di
La commissione Lavori Pubblici e la Commissione Ambiente del Senato hanno dato il via libera al decreto casa n.43 del 2014, relativo ai bonus mobili
La novità più importante riguarda l’eliminazione del vincolo in base al quale il costo degli arredi dovesse essere inferiore a quello della ristrutturazione.
Cambia anche l’imposta di registro sulle operazioni di dismissione, mentre il bonus per la riqualificazione viene esteso agli ex Iacp. Istituita infine la banca dati degli immobili pubblici e varate le nuove regole per i lavori specialistici.
Ecco, nel dettaglio, le nuove regole.
Bonus Mobili
Cancellato il vincolo che prevedeva che, per usufruire del bonus, i mobili dovessero costare meno della ristrutturazione istituito dalla legge di stabilità 2014. All’interno del testo si sottolinea però che:
"dal 6 giugno 2013 al 31 dicembre 2014 le spese per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici sono computate ai fini della detrazione d’imposta, indipendentemente dall’importo delle spese sostenute per i lavori di ristrutturazione che fruiscono delle detrazioni".
Rimane dunque in vigore il tetto di 10mila euro.
Imposta di registro
L’imposta di registro si abbassa all’1% nel caso in cui il trasferimento abbia per oggetto beni immobili compresi in piani urbanistici particolareggiati diretti all’attuazione di programmi prevalentemente di edilizia residenziale, comunque denominati, a condizione che il completamento dell’intervento avvenga entro undici anni dal trasferimento.
Banca dati immobili pubblici
«Per favorire la riduzione degli oneri amministrativi a carico dei cittadini ed assicurare l’efficacia, la trasparenza e il controllo in tempo reale dell’azione amministrativa per la locazione e l’alienazione del patrimonio immobiliare pubblico», viene istituita la Banca dati nazionale del patrimonio immobiliare pubblico.
Cos’è? Un archivio consultabile online sul sito del ministero delle Infrastrutture contenente:
"separate sezioni, recanti l’indicazione: degli immobili locati, di quelli da locare, di quelli per i quali è stata presentata domanda di riscatto nonché di quelli per i quali è stata avviata la procedura di alienazione".
Entro agosto il ministero delle Infrastrutture e quello dell’economia stabiliranno:
le modalità di redazione della Banca dati, nonché le modalità di formazione degli elenchi e dei criteri in base ai quali gli immobili adibiti ad edilizia economico popolare di proprietà dei Comuni e degli istituti autonomi per le case popolari e gli immobili di proprietà delle Regioni, delle Province e degli enti di assistenza e beneficenza, anche disciolti, nonché di proprietà statale o di altri enti pubblici, anche partecipati, devono essere iscritti nella medesima Banca dati».
Censimento
Per procedere a una più accurata definizione dei programmi di intervento sul patrimonio immobiliare pubblico e al’utilizzo dei dati sulla condizione abitativa, i Comuni, entro agosto 2015 (data di entrata in vigore del decreto) avranno l’obbligo di censire e catalogare i loro immobili
«con riferimento in particolare alla presenza di unità immobiliari e fabbricati inutilizzati e al loro stato di manutenzione, nonché allo stato di manutenzione degli immobili utilizzati».
Sulla base di questo censimento le amministrazioni formuleranno:
i
propri programmi di recupero del patrimonio pubblico inutilizzato e di recupero e manutenzione del patrimonio già adibito ad uso abitativo».
Fondi immobiliari per l’edilizia residenziale
Un’altra novità rilevante riguarda l’edilizia residenziale pubblica. Modificato l’articolo 10.
«Al fine di assicurare i mezzi finanziari per la completa e rapida realizzazione di programmi di alloggi sociali finanziati con fondi nazionali e regionali» gli immobili residenziali realizzati con contributi pubblici potranno essere ceduti o conferiti «anche in deroga a quanto previsto dalle relative norme di finanziamento», a condizione però che «vengano mantenuti i vincoli di destinazione» originariamente previsti.
Al momento del passaggio, il soggetto subentrante dovrà darne conto all’ente che eroga il finanziamento pubblico,
«affinché il medesimo ente si esprima in merito alla conformità dell’impegno del subentrante a mantenere i vincoli di destinazione».
Piano di dismissione
Il piano di dismissione viene esteso anche agli immobili comunali e agli ex Iacp. Il decreto attuativo verrà emanato entro 4 mesi. Inoltre entro 30 giorni dall’entrata del decreto le Regioni dovranno trasmettere al ministero la lista delle unità immobiliari disponibili per l’assegnazione.
Bonus riqualificazione estesi agli Iacp
Gli incentivi sulla riqualificazione energetica vengono estesi anche agli Iacp, «per favorire e promuovere l’attuazione» del piano di dismissione e consentire gli interventi di efficientamento degli immobili. A questo scopo vengono stanziati 10 milioni per il 2015 e 2016 e 15 milioni per il 2017.