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Crisi USA: tra fiscal cliff e debito. Cosa succede in America?
giovedì 27 dicembre 2012, di
Sono due, i campanelli d’allarme che suonano per l’economia USA: fiscal cliff e tetto al debito. Il 31 dicembre 2012, il debito degli Stati Uniti raggiungerà i 16.400 miliardi di dollari e, a partire dal primo gennaio 2013, giù dal precipizio fiscale, inizierà il giro di tagli alle spese ed aumenti delle tasse (il fiscal cliff) che porterà all’America la stretta fiscale più dura della storia.
Ma cosa succede in America a pochi giorni da una data così preoccupante?
Fiscal Cliff: è crisi politica?
Le trattative sul fiscal cliff hanno da tempo assunto le sembianze di un duro braccio di ferro sul tema delle tasse ai ricchi tra la parte repubblicana e quella democratica. Salta, infatti, anche l’ultima "mini-intesa" proposta da Obama sul tema delle tasse.
Ma le feste degli Americani sono state turbate anche dall’ignobile strage di Newtow che ha messo a dura prova il clima sociale ed ha attirato l’attenzione su di un’altra questione, non economica, ma lo stesso rilevante per la popolazione: la diffusione delle armi.
Il fiscal cliff non avrebbe semplici conseguenze economiche, ma anche sociali ed è per questo che a spingere sull’accordo e a mobilitare i cittadini interviene anche la catena di caffetterie Starbucks. Tra oggi e domani, nei punti Starbucks di Washington i caffè saranno venduti in bicchieri con la scritta "Come together".
Debito pubblico: rischio default
Il 31 dicembre 2012 il debito degli Stati Uniti raggiungerà il tetto fissato nel 2011, con un certo anticipo rispetto a quanto era stato stimato. A renderlo noto è stato il Segretario del Tesoro USA, Timothy Geithner, che ha anche annunciato come il Tesoro sia pronto ad adottare "misure straordinarie" per impedire il default.
Straordinarie sì, ma con moderazione. Il Tesoro, ha spiegato il Segretario, potrà fornire ulteriori indicazioni sulla durata di queste "misure straordinarie" quando il quadro politico sarà più chiaro, perché le politiche fiscali e di spesa per il 2013 sono ancora oggetto dei negoziati sul fiscal cliff.
Nel frattempo, secondo il Wall Street Journal, tali misure straordinarie riguarderebbero la creazione di un "cuscinetto" da 200 miliardi di dollari (equivalenti alla spesa USA di 60 giorni), utili per comprare tempo prima che la soglia a 16.400 miliardi sia raggiunta effettivamente.
2013: la profezia Maya?
Non è stato certo un Natale facilissimo quello di Obama, tornato in volo notturno per riprendere i negoziati con i repubblicani, fermi all’impasse nei giorni di Festa. Il partito repubblicano fa sapere che "le linee di comunicazione rimangono aperte" e si lavorerà per "scongiurare il salto del prelievo fiscale più imponente nella storia d’America".
Ma la fine dell’anno è vicina e, a meno che una soluzione non venga raggiunta, il 31 dicembre 2012 potrebbe segnare la fine di un’epoca per l’America e per l’economia internazionale che ne uscirebbero radicalmente cambiate, come se si trattasse di una profezia Maya.