Home > Altro > Archivio > Contratti a termine: riforma Fornero, in arrivo il decreto interministeriale (…)

Contratti a termine: riforma Fornero, in arrivo il decreto interministeriale correttivo

venerdì 19 ottobre 2012, di Valentina Pennacchio

Circa tre mesi fa è entrata in vigore la discussa legge n. 92/2012, la riforma del lavoro firmata Fornero, Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali. L’analisi empirica di quanto è stato discusso ed approvato in aula sta evidenziando limiti e problematiche connesse soprattutto ai contratti a termine. Vediamo cosa dice la legge e su cosa si interverrà.

DURATA DEL CONTRATTO

La durata massima di un contratto a termine (sommatoria anche di più contratti a termine) o a tempo determinato è di trentasei mesi. Suddetta legge (art. 1, comma 9, lett. i) stabilisce che: “all’articolo 5, comma 4-bis, al primo periodo sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: “; ai fini del computo del periodo massimo di trentasei mesi si tiene altresì conto dei periodi di missione aventi ad oggetto mansioni equivalenti, svolti fra i medesimi soggetti, ai sensi del comma 1-bis dell’articolo 1 del presente decreto e del comma 4 dell’articolo 20 del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276, e successive modificazioni, inerente alla somministrazione di lavoro a tempo determinato”.

PAUSE OBBLIGATORIE PER IL RINNOVO

In caso di contratti con una durata pari o superiore al semestre, l’intervallo tra un contratto e l’altro deve essere di 90 giorni, contro i 20 di prima. Viceversa, se il contratto ha una durata inferiore ai sei mesi, la pausa è di 60 giorni, quindi 50 giorni in più di quelli previsti in precedenza. Ad ogni modo, ci sono eccezioni (ad esempio le start-up) che prevedono una rivisitazione di queste tempistiche. Il contratto diventa indeterminato in maniera automatica qualora si presentino queste circostanze: se, per esigenze organizzative, il contratto dura più di 30 giorni (invece che 20, come era stabilito in precedenza) rispetto ai 6 mesi previsti o più di 50 (invece che 30) nei contratti superiori al semestre.

CONSEGUENZE

Vista la possibilità di stipulare un primo contratto a termine acausale per dodici mesi, le aziende potrebbero decidere di assumere nuovi lavoratori piuttosto che rinnovare il contratto in scadenza degli altri, facendoli uscire dal mercato del lavoro, minacciato dallo spettro del precariato, soprattutto alla luce di 400mila contratti in scadenza, di cui il 40% nella Pubblica Amministrazione.
Un precariato “che non ha precedenti in Europa” secondo il segretario nazionale della Cisl, Raffaele Bonanni, e su cui vige “un silenzio generale, anche dei media”.

L’OBIETTIVO FUTURO. COSA DOVREBBE CAMBIARE IL DECRETO

“Sui contratti a termine – annuncia il Ministro Fornero - stiamo pensando ad una misura di adattamento sugli intervalli di attesa imposti tra un rinnovo e l’altro con l’obiettivo di ridurli il più possibile. Stiamo già lavorando ad un decreto interministeriale da scrivere sulla base delle proposte finali che stiamo aspettando dalle parti sociali. L’ipotesi è quella di ridurre a un mese al massimo il termine di sospensione fra un rinnovo e l’altro. Gli uffici sono al lavoro per mettere a punto un allentamento responsabile della norma attuale”.

Un percorso altalenante quello tracciato da questa riforma sempre discussa e, forse, poco compartecipata, come lamentano spesso le rappresentanze sindacali. La prospettiva di una minore rigidità contrattuale in questa “correzione in corsa” decisa dalla Fornero si rifletterebbe anche su altre questioni: apprendistato, nuovi ammortizzatori sociali e, ancora una volta, flessibilità.

Un messaggio, un commento?

moderato a priori

Questo forum è moderato a priori: il tuo contributo apparirà solo dopo essere stato approvato da un amministratore del sito.

Chi sei?
I tuoi messaggi

Questo form accetta scorciatoie di SPIP [->url] {{bold}} {italic} <quote> <code> e il codice HTML <q> <del> <ins>. Per creare un paragrafo lasciate semplicemente una riga vuota.