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Ilva, Clini: no alla chiusura. Al vaglio il decreto che riaprirà la fabbrica
mercoledì 28 novembre 2012, di
Il Ministro Clini è fermamente contrario alla chiusura dell’Ilva di Taranto. Chiudere lo stabilimento vorrebbe dire abbandonare il sito nello stato in cui si trova, trasformandolo in un deserto occupazionale di cui nessuno si curerà, lasciando l’ambiente irrimediabilmente inquinato.
Intanto, in settimana, si lavorerà ad un decreto per il recepimento delle norme contenute nell’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale), rilasciato a fine ottobre dal Ministero dell’Ambiente.
Clini: la chiusura dell’Ilva muove svariati interessi
Secondo il Ministro dell’ambiente, Corrado Clini, intorno alla chiusura dell’Ilva ruotano una serie di interessi non trascurabili.
– In primis quelli di ordine politico, di coloro che sulla chiusura della fabbrica hanno posto le basi su cui costruire la propria campagna elettorale nei mesi passati, guadagnando un ampio bacino di consensi.
– Esistono poi gli interessi oggettivi dei concorrenti europei e asiatici, che avrebbero tutto da guadagnare dalla chiusura del colossale stabilimento italiano.
Clini: perché l’Ilva deve restare aperta
Se l’Ilva venisse chiusa, si farebbe terra bruciata intorno a tutto il territorio di Taranto con pesanti ripercussioni sul piano occupazionale ed economico a livello nazionale.
Un vero e proprio effetto domino.
La chiusura non comporterebbe il risanamento del territorio, che non gioverebbe di alcun intervento di riqualificazione, permanendo nell’insostenibile situazione in cui già si trova.
Diversamente, permettendo allo stabilimento di continuare a produrre, si salvaguarderebbero gli interessi dei lavoratori che non solo manterrebbero l’impiego, ma vedrebbero prender forma un’opera di adeguamento dell’intera struttura.
Il risanamento, così come indicato dall’Unione Europea, passa infatti attraverso la riqualificazione strutturale degli impianti di produzione, possibile solo se questi restano aperti.
La polemica con i magistrati
Il Ministro dell’Ambiente nega che si siano verificati attacchi da parte sua nei confronti dell’opera della magistratura.
Clini ribadisce le proprie posizioni, in linea alle prerogative della carica che riveste.
Non ci sarebbe dunque alcuna polemica nelle sue affermazioni, ma la semplice constatazione che è compito del Ministro dell’Ambiente stabilire come un impianto industriale vada gestito in modo tale da garantire la salvaguardia di ambiente e salute.
Per tale motivo, Clini ritiene che non sia assolutamente necessaria la “supplenza” della magistratura nella questione Ilva, che è un problema delle amministrazioni, le quali devono lavorare con trasparenza ed in maniera efficiente per giungere a una rapida soluzione.
Il decreto di giovedì
Entro giovedì, il governo dovrebbe recepire un decreto che permetterà la riapertura dello stabilimento di Taranto.
Tale provvedimento prevede che l’Ilva recepisca le norme AIA.
I vertici del gruppo Riva hanno già espresso la propria disponibilità a ottemperare alla riqualificazione dello stabilimento in osservanza alle linee guida disposte dal Governo. Sarebbero già stati destinati a tal fine tre miliardi di euro da parte del gruppo.
Il decreto rappresenterebbe l’ultima speranza di una riapertura e riqualifica in tempi rapidi, ora che pare sempre più improbabile che l’area venga dichiarata sito strategico nazionale.