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Cipro al ballottaggio: dopo le elezioni sarà fallimento?

lunedì 18 febbraio 2013, di Daniele Sforza

Su Cipro si sono soffermati in questo weekend tutti gli occhi dell’Europa che conta: un risultato, questa osservazione speciale, l’ha prodotto. Nonostante non ci sia ancora un vincitore ufficiale, infatti, il leader del centrodestra Nicos Anastasiades, è in netto vantaggio rispetto al rivale Stavros Malas, leader del partito comunista. 45,46% per il conservatore vicino alle posizioni europeiste, 26,91% per il rivale, seguito a breve distanza dal leader degli indipendenti George Lillikas, con il 24,93%. Una scelta abbastanza prevedibile, visto che negli ultimi 4 anni a guidare le sorti del Paese è stato il comunista Demetris Christofias.

Cipro e la richiesta di aiuti: una difficile risoluzione

Anche Cipro, come ben saprete, appartiene alla fascia dei Paesi dell’Europa "B", o meglio del Sud Europa affranto dalla crisi e dalle misure di austerity e, così come sarà in Italia, anche il voto cipriota viene considerato come una sorta di referendum pro o contro euro e, per il momento, sta vincendo la fazione europeista.

La crisi finanziaria ha dominato lo scenario delle elezioni politiche di Cipro, uno dei 5 Paesi che ha chiesto aiuti all’Ue, per una cifra che si aggira attorno ai 17 miliardi di euro.

Il voto pro-euro è confermato dalle dichiarazioni rilasciate da Anastasiades in piena campagna elettorale, il quale ha affermato che una eventuale vittoria avrebbe portato all’accettazione delle misure di austerity richieste dalla troika. Solo a questa promessa infatti conseguirebbe il rilascio dell’aiuto da parte dell’Ue e del FMI.
Tra le riforme in progetto si annoverano soprattutto le privatizzazioni e il sistema finanziario, che dovrà garantire maggiore trasparenza.

Un Paese diviso, un sistema corrotto

Contro il rilascio degli aiuti a Cipro, sempre lei, la Germania, incapace di credere nella risoluzione della crisi da parte del Paese, diviso a metà tra greci e turchi e lacerato peraltro da tensioni interne. Inoltre, secondo i servizi segreti tedeschi, gli aiuti della troika andranno a beneficiare sostanzialmente gli affaristi e i mafiosi dell’area.

Con i suoi 800mila abitanti, un Pil pari a 17,6 miliardi di euro, diviso tra Europa e Medio Oriente, Cipro è balzato agli "onori" delle cronache in seguito alla grande crisi greca, visto che il sistema bancario cipriota è strettamente legato a quello ellenico.

Qualora la richiesta di aiuto venisse rispedita al mittente, Cipro si vedrebbe costretta a rivolgersi al suo interno e a chiedere aiuti ai russi, molti dei quali hanno eletto Cipro come proprio paradiso fiscale, versando nel sistema bancario un totale di 20 miliardi di euro.

Cipro pagherebbe comunque la malagestione del proprio sistema finanziario, recentemente al centro di scandali europei e non solo, grazie a un sistema di tassazione pressoché inesistente, nonostante non venga inserito dall’Ocse come tra i principali "paradisi fiscali". L’economia cipriota, tuttavia, di fronte al "nein" tedesco, collasserebbe su se stessa, anche a seguito dell’elevata pressione fiscale e dei consistenti tagli alla spesa pubblica.

Un’altra vittima dell’austerity, dunque, ma con grandi colpe da scontare: il fallimento si avvicina, e forse non basterà la vittoria di Anastasiades il prossimo 24 febbraio.

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