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Cina: economia volatile, troppa liquidità e finanza ombra. Fitch declassa il Paese

mercoledì 10 aprile 2013, di Marta Panicucci

Era prevedibile che prima o poi anche la locomotiva cinese avrebbe rallentato la sua corsa scontando il fatto di essere ormai
un’ economia emersa. Così anche la Cina inizia a manifestare i primi segni di stanchezza e ed è costretta a subire anche il giudizio negativo di Fitch. Economia volatile e troppa liquidità, così l’agenzia di rating ha deciso di bocciare la Cina e declassare il debito pubblico in yuan da AA- ad A+, manifestando anche perplessità circa il futuro del paese soprattutto per quanto riguarda il processo di trasformazione in atto e del rischio di instabilità finanziaria.

La bilancia commerciale

I segnali negativi sono diversi, primo tra tutti il dato che riguarda la bilancia commerciale della Cina. A marzo infatti ha segnato un deficit di 880 milioni di dollari, dato che contraddice le previsioni degli analisti che avevano stimato un risultato in linea con quello di febbraio. Il dato è la conseguenza di un improvviso aumento delle importazioni a cui si aggiunge un crescita più debole delle esportazioni. Questa soprattutto, sembra non essere una bella notizia per la Cina e la sua classe politica dal momento che il paese locomotiva orientale basa la sua forza sulle attività di export. C’è però da dire che visto il notevole miglioramento delle condizioni di vita della popolazione cinese, il dato potrebbe anche essere la naturale conseguenza di un aumento della domanda interna di una popolazione che vive meglio e può spendere di più.

Declassamento di Fitch

Secondo l’agenzia di rating Fitch però questo passaggio dal modello di sviluppo tradizionale cinese che si basa sull’esportazioni, ad uno legato maggiormente ai consumi interni potrebbe rendere l’economia cinese più volatile. Per questo ed altri motivi ieri Fitch ha deciso di tagliare il rating del debito della Cina, che passa così da AA- ad A+. Attualmente il giudizio sul debito in yuan è pari a quello espresso da Fitch sul debito in valuta estera, ma un gradino sotto rispetto al giudizio di Moody’s e Standard & Poor’s.

La finanza ombra che minaccia la stabilità

A preoccupare l’agenzia di rating, ma anche gli analisti internazionale è, oltre alla volatilità dell’economia cinese, la finanza ombra che ne minaccia la stabilità economica.

Il sistema ombra sviluppato in Cina in parallelo all’azione della banche, alla fine del 2012 ha portato la percentuale di credito concesso a famiglie e imprese al 198% del Pil. Il governo nonostante i tentativi non è ancora riuscito ad arginare l’eccesso di liquidità alimentato da tale sistema ombra.

Anche questo ovviamente pesa sul giudizio di Fitch che in un comunicato sottolinea: "L’anno scorso, i finanziamenti al settore economico sono aumentati del 23% e nei 12 mesi fino allo scorso febbraio, solo il 55% dei nuovi prestiti sono passati attraverso il canale formale delle banche, in netto calo rispetto al 76% del 2009."

Sono almeno tre anni che il governo di Pechino tenta invano di fermare questo sistema ombra: sono stati introdotti limiti sempre più rigidi alle attività delle banche e al mercato immobiliare, senza però ottenere il successo sperato.

Per fortuna il debito pubblico complessivo della Cina resta nonostante tutto basso e si attesta al 49,2% del Pil, ma l’opacità delle finanze locali continuerà ad inquietare gli analisti e preoccupare gli osservatori internazionali.

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