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Canone Rai speciale per partite IVA ed esercizi pubblici. Scoppia la polemica, ma si deve pagare?

venerdì 4 luglio 2014, di Vittoria Patanè

"Devono pagare il canone speciale coloro che detengono uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni radio televisive in esercizi pubblici, in locali aperti al pubblico o comunque fuori dell’ambito familiare, o che li impiegano a scopo di lucro diretto o indiretto".

Questo quanto si legge nel R.D.L.21/02/1938 n.246 e D.L.Lt.21/12/1944 n.458, norme volte a regolamentare il pagamento del tanto odiato canone Rai. Negli ultimi giorni la polemica è diventata sempre più accesa. A protestare stavolta, sono le partite Iva, pubblici esercizi e aziende iscritte alle Camere di commercio.

Il punto della discordia è uno: i libri professionisti che nei loro studi privati intrattengono i clienti con la tv sono chiamati a versare un canone speciale pari a 407,35 euro.

Partendo da questo presupposto, nei giorni passati, sono state inviate delle lettere attraverso le quali si invitano i destinatari a versare il canone speciale nel caso in cui ricorrano i presupposti sopra citati.

Ad intervenire sulla questione è arrivata anche la Rai che ha sottolineato come le suddette lettere siano solo:

"comunicazioni informative prive di connotati precettivi o intimativi, nelle quali si descrive con chiarezza il presupposto dell’obbligazione di pagamento".

Ma le associazioni di categoria a quanto pare la pensano diversamente e hanno già iniziato a dare battaglia. Queste le dichiarazioni rilasciate dal presidente degli artigiani veneti:

Vogliono farci pagare il canone speciale per il fatto che abbiamo computer portatili o addirittura le telecamere di videosorveglianza. Il dubbio è che la Rai, in difficoltà per il taglio di 150 milioni di euro chiesto dal governo, provi a fare cassa con un sistema molto dubbio, spedendo le cartelline da 407 euro anche ad aziende, professionisti, lavoratori autonomi.

I politici, stavolta, si sono schierati a favore dei libri professionisti, tanto più che all’apparenza, sembra che non ci sia stato un criterio assoluto che ha spinto i vertici della tv pubblica ad inviare le lettere, ma che esse siano state mandate "a campione", anche se molti sostengono più che altro che i termini giusti siano "a caso". Nel frattempo il Nuovo Centrodestra ha presentato una mozione urgente per abolire il canone speciale Rai.

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