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Cambio euro-sterlina sulla parità in caso Brexit - UBS
venerdì 27 maggio 2016, di
La vincita del SI al referendum sulla Brexit il 23 giugno potrebbe causare un crollo della sterlina e mettere a repentaglio la salute dell’economia del Regno Unito secondo Ramin Nakisa, strategist macro alla UBS.
Non solo: il cambio euro-sterlina potrebbe salire fino alla parità in caso Brexit.
L’analista stima che, se gli inglesi si pronunceranno d’accordo con l’uscita del Regno Unito dall’Unine Europea, la Brexit avrebbe “un impatto sul PIL del Regno Unito di circa il 2 per cento nel lungo termine”.
Cambio euro-sterlina verso la parità con la Brexit
Tuttavia “l’effetto più grande (di una Brexit) si verificherà nel mercato del Forex, per questo motivo riteniamo che il cambio euro-sterlina raggiungerà la parità in caso di uscita dall’UE” ha dichiarato in un’invervista alla CNBC.
Sì: in caso di Brexit il cambio euro-sterlina potrebbe salire fino a toccare la parità grazie al crollo del pound.
Ma anche l’euro non ne uscirà indenne secondo Nakisa: la crescita delll’Europa potrebbe registrare forti conseguenze.
Il cambio euro-sterlina al momento si trova intorno a quota 0.7625 nella sessione di venerdì. Dall’inzio dell’anno la moneta unica è riuscita a salire contro il pound proprio grazie alla paura di una Brexit.
Anche Mike Amey, amministratore delegato e gestore di portafoglio presso Pimco, ritiene che la sterlina sia sotto pressione a causa dell’incertezza "Brexit". Pimco prevede una svalutazione del 10 per cento della sterlina contro il dollaro se la Gran Bretagna voterà per lasciare l’UE.
Nakisa, tuttavia, ritiene che il rischio più grande di un SI alla "Brexit" sarebbe "il saldo delle parte correnti in negativo...se si dipende da altri per investimenti e acquisti di bond, poi c’è il rischio di un arresto improvviso".
"La gente smetterebbe di investire e quindi la stabilizzazione dovrebbe arrivare venire attraverso la valuta, stiamo parlando di una svalutazione del 30 per cento della sterlina su base ponderata",
ha aggiunto.
Nakisa ha rilasciato le sue previsioni lo stesso giorno in cui il primo ministro britannico David Cameron, al vertice del G-7, ha detto che il Regno Unito deve "ascoltare i suoi amici" dopo che i leader mondiali presenti al summit in Giappone hanno definito la Brexit un "grave rischio per la crescita".
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