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Cambio euro-dollaro, analisi e previsioni: rialzo finito? - Credit Agricole

sabato 22 agosto 2015, di Flavia Provenzani

Credit Agricole avverte i forex trader di non comprare euro sul cambio euro-dollaro (EURUSD) ai livelli attuali, dopo il rialzo della moneta unica sull’indebolimento del dollaro USA a causa degli effetti delle mosse della banca centrale in Cina (PBOC).

Con il posizionamento short ora meno diffuso, l’euro potrebbe diventare più sensibile alle prospettive di politica monetaria e delle differenze tra quella della Federal Reserve e della BCE, rallentando così il rialzo del cambio euro-dollaro.

Il ribasso dei prezzi delle materie prime e la crescita globale in difficoltà potrebbero aumentare i rischi al ribasso per l’inflazione nell’Eurozona. La previsione viene confermata dalle aspettative sull’inflazione a medio termine scese di nuovo a minimi preoccupanti.

Considerando che l’euro è un importante motore per le aspettative sull’inflazione, la resilienza della moneta unica nel corso delle ultime settimane è improbabile che possa essere accolta con favore dalla BCE.

Sul fronte dei dati, l’attenzione la prossima settimana sarà tutta sull’indice Ifo in Germania, che dovrebbe confermare un peggioramento delle aspettative sulla crescita, con la domanda estera legata alla Cina in via di raffreddamento.

Credit Agricole rimane pronta a vendere euro sul cambio euro-dollaro durante i rally, con il biglietto verde che potrebbe beneficiare di un ritorno dell’aspettativa per un rialzo dei tassi di interesse Fed nel mese di settembre, anche se dopo i dati provenienti dalla Cina rendono difficoltoso l’orientamento di politica monetaria della banca centrale degli Stati Uniti.

Euro-dollaro: rialzo dei tassi Fed a settembre ancora possibile?
Il dollaro ha perso più dell’1% contro l’euro e lo yen nella giornata di venerdì, quando sono stati resi noti i dati del settore manifatturiero in Cina sul Calendario Economico, che hanno sorpreso al ribasso le aspettative degli analisti.

Aumentano così le preoccupazioni sulla crescita globale e un forte calo delle aspettative che la Federal Reserve - banca centrale degli Stati Uniti - alzerà i tassi di interesse a settembre.

L’attività manifatturiera cinese ha registrato una contrazione record di 6 anni e mezzo nel mese di agosto, aggravando i timori degli investitori per il rallentamento della crescita della seconda economia più grande al mondo, alimentando il selloff sui mercati azionari e sui prezzi delle materie prime.

I mercati si stavano ormai preparando al tanto atteso rialzo dei tassi di interesse della Federal Reserve per la prima volta dopo quasi 10 anni nel mese di settembre.
Tuttavia, i dati economici cinesi più deboli del previsto, la continuazione dei prezzi delle materie prime e dei dati sull’inflazione statunitensi poco convincenti hanno offuscato le aspettative per un aumento dei tassi nel breve termine.

I tassi più elevati aumenterebbero il costo dei prestiti per consumatori e imprese, danneggiare di riflesso la spesa e la crescita economica.

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