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Cambio Euro/Dollaro: perché il calo a 1.35? Buone nuove da Washington?
martedì 15 ottobre 2013, di
C’è poco movimento sul cambio Euro/Dollaro all’avvio di questa nuova settimana di trading, col cambio che dalla metà range 1.35 è ora passato nella parte inferiore, nonostante la pubblicazione del market mover più atteso di questa mattina, l’indice ZEW che ha riportato un certo ottimismo complessivo nei confronti della zona Euro.
Come accennato, l’indice ZEW ha riportato un miglioramento per le aspettative economiche in Germania e nell’Eurozona, ma la pubblicazione non ha avuto grande impatto sulla price action. Anzi dalle 10:30 alle 11:00 (orario della pubblicazione) il cambio si è avventurato con una serie di lunghe candele ribassiste che hanno spinto il trading dalla metà della zona 1.35 ad un minimo di 1.3499.
Cosa ha spinto il dollaro al rialzo? Ebbene, come riportato da diverse fonti le trattative a Washington tra Repubblicani e Democratici stanno procedendo e molto probabilmente si giungerà ad un accordo prima della giornata di giovedì, il famoso 17 ottobre data in cui gli Stati Uniti potrebbero raggiungere il tetto al debito e, senza un accordo, sarebbero costretti a dichiarare il primo default nella storia USA.
Tetto al debito: l’America eviterà il default?
Le lancette dell’orologio scorrono veloci quando mancano solo un paio di giorni al fatidico raggiungimento del "debt ceiling", ma a quanto pare Washington è sulla strada giusta per raggiungere un accordo. Repubblicani e Democratici potrebbero alzare il tetto per qualche mese, almeno fino a quando non sia raggiunto un accordo definitivo e, soprattutto, risolutivo visto che alzare il debt limit significa sostanzialmente posticipare il problema di qualche mese.
La minaccia di un default statunitense, nonché una crisi del debito USA sarebbe una minaccia per l’economia del mondo intero ed è per questo che sull’argomento si levano le più autorevoli e influenti voci internazionali. Il FMI ha lanciato già l’allarme: il prolungamento dell’incertezza su Washington potrebbe spingere gli Stati Uniti verso la recessione. Anche Mario Draghi, presidente della BCE, ha sottolineato la necessità di un percorso risolutivo per Washington definendo "impensabile" l’eventualità di un mancato accordo tra Repubblicani e Democratici.
Nel frattempo la Federal Reserve tiene in canna il colpo "tapering". Dalle ultime minute è emersa una certa volontà del consiglio di iniziare a ridurre gli acquisti del QE; c’è mancato poco che il tapering non fosse avviato ad ottobre, così continuano a crescere le aspettative per l’avvio dell’exit strategy prima della fine dell’anno e del mandato di Bernanke. Anche se i mercati sono coscienti del fatto che in questo momento il tapering dipende interamente da quanto accadrà nei prossimi due giorni, inoltre non dimentichiamo la stretta interdipendenza tra Non-Farm Payrolls (sospesi causa shutdown) e QE.
La Fed può pensare ad un tapering "a scatola chiusa"? Difficile immaginarlo.
Euro/Dollaro: lo strappo
Durante la sessione Asiatica, il cambio EUR/USD è stato soggetto a movimenti molto limitati e il minimo raggiunto è stato 1.3511. All’avvio della sessione Europea il trading è rimasto invariato, se non fosse per quello strappo ribassista che ha spinto il cambio verso il supporto a 1.35, linea seguita soltanto da 1.3460. Al rialzo, invece, non dimentichiamoci di 1.3570, la resistenza che delimita il range attuale degli scambi su Euro/Dollaro.
Al momento gli scambi avvengono in zona 1.3483.