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Bitcoin ai massimi di 2 anni, sopra $700. Ecco perché
martedì 14 giugno 2016, di
La quotazione dei bitcoin ha raggiunto e superato, dopo lo scorso weekend, quota $700, registrando nuovi massimi dal febbraio del 2014.
La celebre valuta virtuale continua quindi il suo lungo percorso di apprezzamento che prosegue ormai da quasi un anno in maniera ininterrotta, guadagnando il 20% tra lo scorso venerdì e l’apertura di settimana.
Lo sprint dei bitcoin ha portato benefici anche all’Ethereum, la sua principale valuta concorrente, che prosegue la sua inarrestabile crescita, segnando anch’essa un +14%, dopo quasi il 1.400% guadagnato nel 2016.
Le possibili ragioni alla base del boom nella quotazione dei bitcoin sono cinque, anche se rimane difficile comprendere l’influenza di ciascuna di esse, con la possibiltà che abbiano contribuito tutte in diversa misura al rialzo del prezzo.
Vediamole insieme.
Bitcoin sopra quota $700: cinque possibili ragioni
L’andamento del prezzo dei bitcoin è da sempre una grande incognita.
La valuta ha ancora volumi di trading piuttosto bassi e quindi una qualsiasi novità o un intervento di qualche “mano pesante” del mercato hanno un effetto diretto e prorompente sulla sua quotazione.
Per questo è difficile trovare la vera giustificazione dietro un movimento deciso come quello dell’ultimo weekend, quando con un +20% i bitcoin hanno superato quota $700, nuovo massimo dal 2014.
Cinque però sono le possibili ragioni alla base del rialzo, con la possibiltà che il contributo provenga da una in particolare o dalla combinazione di alcune di esse.
Paura della Brexit
È impossibile negarlo, il referendum per la Brexit del 23 giugno sta condizionando l’andamento di tutti i mercati finanziari. L’incertezza e la paura delle conseguenze di una possibile uscita del regno Unito dall’UE stanno rappresentando il principale market driver di molti mercati.
Secondo il co-fondatore della piattaforma di trading BitMEX, Arthur Hayes, questa situazione potrebbe giocare a favore di un rialzo della quotazione dei bitcoin, esattamente come accade quando ci fu il pericolo di un’uscita della Grecia dall’UE.
La sfiducia verso una comunità che è anche monetaria porterebbe quindi all’apprezzamento delle valute virtuali, viste da alcuni attori di mercato come vere alternative in un futuro ricco di difficoltà per le valute tradizionali.
Dimezzamento della ricompensa per i minatori
Il processo di produzione di bitcoin, come noto, avviene attraverso l’operazione di mining, ovvero la decriptazione dei blocchi alla base della creazione di nuova moneta.
Le ricompense date a coloro che si occupano di questa operazione seguono un calendario prefissato, che vede il dimezzamento costante nel tempo della quantità di bitcoin immessi nel sistema.
Tra poco meno di un mese scatterà il prossimo dimezzamento, che non avveniva da quattro anni. Un calo dell’offerta, a parità di domanda da parte del mercato, potrebbe quindi essere il semplice motivo di un rialzo del prezzo dei bitcoin, scontato in anticipo dal mercato.
Crescita di interesse per la blockchain
Ultimamente sta crescendo sempre di più l’interesse verso la blockchain, ovvero l’infrastruttura operativa alla base dei bitcoin.
La percezione è che si cominci a fare un utilizzo sempre più commerciale delle funzionalità offerte dai bitcoin, con diverse società che accrescono con entusiasmo la loro partecipazione e quindi la diffusione della valuta virtuale all’interno del mondo più commerciale, quel passo in più che è da sempre mancato ai bitcoin.
Domanda e liquidità
Una delle più famose piattaforme di trading per i bitcoin, la Whaleclub, ha diffuso dati durante il weekend di una crescente percentuale di esposizioni long sulla valuta virtuale, arrivate fino al 94%.
Questo ha quindi spinto l’afflusso di nuova moneta legale e di ordini in buy. Il mercato poco liquido che caratterizza i bitcoin avrebbe portato ad un rialzo dei prezzi proprio in virtù di una mancanza di ordini di vendita, con l’arrivo di quelli di acquisto che ha spinto su il prezzo.
La scarsa liquidità che caratterizza i bitcoin avrebbe quindi rappresentato un possibile trampolino di lancio per la quotazione, saltata per mancanza di ordini di vendita sul book e per i pochi volumi.
La Cina
Circa l’85% dei volumi di bitcoin scambaiti nello scorso weekend ha avuto come valuta d’entrata lo yuan.
La Cina è da tempo il paese più attivo nell’acquisto di bitcoin e potrebbe da sola rappresentare il motivo per il quale la quotazione è cresciuta così tanto in così poco tempo.
Secondo Joe Lee, il fondatore della piattaforma Magnr, la domanda di bitcoin da parte della Cina è alta e continuerà ad esserlo, vista l’incertezza economica che è costretta ad affrontare.
Il rialzo dei tassi di interesse negli Stati Uniti molto probabilmente non avverrà in estate, fattore che consente alla Cina di rinviare i piani di svalutazione dello yuan, utili a non complicare la situazione del debito delle sue principali banche.
I bitcoin rappresenterebbero quindi un bene rifugio alternativo sul quale la Cina sembra puntare con particolare interesse.
Fonte: Coindesk