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Barroso: austerity contro la crisi? È la risposta sbagliata
lunedì 22 aprile 2013, di
Il Presidente della Commissione Europea José Manuel Barroso nel suo discorso di oggi ha invitato i paesi dell’Eurozona a mettere enfasi sulle politiche che possano stimolare la crescita nel breve termine, facendo meno riferimento alle politiche di austerity.
La politica dell’austerità fiscale portata avanti dall’Europa negli ultimi anni, ha detto Barroso, non ha più il sostegno sociale e politico necessario per funzionare.
Austerity nel mirino
I commenti contro le politiche di austerity, negli ultimi periodi, sono stati piuttosto reiterati.
La scorsa settimana il FMI ha avvisato l’Europa perché tornasse indietro sulle misure di austerity, sostenendo che la "cinta stretta" non stia aiutando in alcun modo la ripresa economica, anzi sia l’austerity è come l’autolesione.
Nel mirino c’è poi anche il supporto scientifico all’austerity. È stato recentemente pubblicato un lavoro di un gruppo di ricercatori del Massachusetts che evidenzia le carenze strutturali e gli errori statistici commessi nel lavoro dei due economisti di Harvard, Carmen Reinhart e Kenneth Rogoff, considerati i due esponenti di una teoria spesso citata a giustificare la decisione di una politica fiscale austera.
Stop Austerity
– Ha detto Barroso:
"Anche se ritengo che tale politica sia fondamentalmente giusta, credo che abbia raggiunto ormai il limite. Per essere utile, una politica non dev’essere soltanto ben pensata, ma deve godere del minimo supporto politico e sociale."
Ed è proprio questo sostegno politico e sociale che manca ormai alla famigerata austerità. I dati ufficiali sul primo trimestre 2013 verranno rilasciati il 15 maggio 2013, ma la maggior parte degli economisti ritiene che sarà registrato il sesto trimestre di contrazione; anche il Fondo Monetario Internazionale prevede un periodo di ulteriore contrazione economica per il blocco dei 17.
Austerity: i numeri
- Secondo i dati Eurostat l’insieme dei deficit dell’Eurozona è equivalente al 3.7% del PIL nel 2012, in calo rispetto al 4.2% del 2011 e al 6.2% del 2010. (Merito dell’austerity).
- In Spagna, il deficit è aumentato al 10.6% del PIL a causa del salvataggio del settore bancario.
- In Grecia il deficit è aumentato al 10% rispetto al 9.5% del 2011.
- In Portogallo l’aumento è arrivato alla soglia del 6.4% del PIL
- L’Irlanda sembra essere il caso fortunato dell’austerity: secondo le condizioni attuali, ha fatto sapere il ministro delle finanze irlandese, entro la data stabilita del 2015 il Paese raggiungerà l’obiettivo del 3% sul deficit.
- Per Cipro il deficit rimane al di sopra del 6.3%.
- In Slovenia, il deficit è passato dal 6.4% del 2011 al 4.0%, anche se le statistiche avevano parlato della possibilità di una riduzione fino al 3.7%.
Questi numeri sono la prova del fatto che l’austerity non è un mostro da scongiurare, anzi in alcune condizioni (vedi l’Irlanda) sembra anche funzionare. Ha servito in parte agli scopi riducendo il gap tra entrate e spese, ma oggi, sottolinea Barroso, c’è bisogno di qualcosa di più:
"Dobbiamo disporre soluzioni che siano su misura per ogni nazione, non possiamo applicare a tutti i paesi europei lo stesso tipo di programma."
Siamo finalmente giunti alla fine dell’austerity come la medicina universale contro la crisi?