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Banco Espirito Santo, una crisi senza fine. Perdita di 3,57 miliardi e crollo record in Borsa (-64%)

giovedì 31 luglio 2014, di Vittoria Patanè

Non c’è pace per Banco Espirito Santo, oggi nuovamente nell’occhio del ciclone a causa dell’incredibile perdita di 3,57 miliardi nel primo trimestre del 2015 annunciata stamattina. Il mercato non ha per niente preso bene la notizia, ricoprendo di vendite il titolo BES, che nel corso della giornata è arrivato a perdere il 64,3%

A 21 giorni dallo "scoppio della bomba", da quando la holding controllante (Espirito Santo International) ha annunciato l’impossibilità di rispettare i propri debiti, il caos non accenna a placarsi.

Nel corso delle ultime settimane le azioni del primo istituto di credito portoghese, sono crollate a picco, nonostante la Consob di Lisbona sia più volte intervenuta con sospensioni strategiche e il Governo abbia cercato di tranquillizzare l’animo degli investitori. Misure che però non sono servite a niente perché il titolo ha letteralmente dimezzato il proprio valore, creando pesanti ripercussioni sulla finanza europea.

Eppure, da qualche giorno, sembrava che l’ira del mercato si fosse placata, nonostante l’insolvenza di Rioforte, un’altra società legata alla famiglia Espirito Santo.

Oggi però, è nuovamente crollato tutto. La banca ha pubblicato il risultati del 1°trimestre, svelando la perdita più alta mai riportata nella storia del Portogallo: 3,57 miliardi di euro. A questo punto, l’istituto non possiede più i requisiti patrimoniali richiesti dalla Banca Centrale del Paese.

I motivi del rosso, sono presto detti. La famiglia avrebbe utilizzato la banca come un bancomat. Sono infatti stati rilevati 4,25 miliardi di costi straordinari relativi al crack delle varie aziende del gruppo.

A questo punto, l’ultima cosa che rimane da fare per salvare il salvabile, sarà un’operazione di rafforzamento del capitale.

La notizia ha causato un’immediata reazione degli investitori che hanno messo in atto una vera e propria vendita di massa. Il titolo BES, dopo aver affrontato varie sospensioni ed essere arrivato al ribasso record del 64,3%, cede attualmente il 39,48% a 0,21 euro.

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