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Banca Mondiale: crolla la crescita in Asia orientale dall’8,2% al 7,2%

lunedì 8 ottobre 2012, di Erika Di Dio

Secondo l’East Asia and Pacific Economic Data Monitor diffuso oggi dalla Banca Mondiale, è previsto un rallentamento della crescita economica in Asia orientale, che scenderà di un punto percentuale dal 2011, passando dall’8,2% al 7,2% quest’anno per poi risalire al 7,6% nel 2013.

Ripida discesa per la Cina

I dati riportati dall’Instituto prevedono una ripida discesa anche per la Cina, attualmente prima economia della zona, per il debole export e per i minori investimenti; si prevede che il PIL scenderà al 7,7% quest’anno e poi salirà all’8,1% l’anno prossimo, seguendo la ripresa del commercio globale; il paese verrà anche aiutato dalle misure di politica monetaria introdotte all’inizio di quest’anno e da un’accelerazione della spesa per investimenti del governo centrale. La previsione di questo rallentamento è l’ultima di una lunga serie: lo scorso mese infatti, il colosso svizzero UBS aveva abbassato le previsioni relative al PIL della Cina al 7,5% dal precedente 8%, mentre la banca d’affari Goldman Sachs aveva fatto una previsione un po’ meno severa, ossia un rallentamento al 7,6% dall’8%.

Debolezze e incertezze

Economisti della Banca Mondiale in un report rilasciato oggi hanno detto, "Lo slancio economico in Cina sarà probabilmente debole nel corso dei prossimi mesi con dei cambiamenti nel mercato immobiliare, delle vacillanti richieste esterne e delle limitate politiche di alleggerimento".

"Le proiezioni economiche per la EAP (Asia orientale e Pacifico) sono circondate da notevoli incertezze", ha detto la Banca Mondiale, "e una varietà di rischi continua ad incombere sull’economia globale e regionale". Secondo l’Istituto, la crescita potrà essere ancora più lenta in Cina e in Asia, se un peggioramento della crisi del debito europeo dovesse causare uno sconvolgimento dei mercati finanziari in Europa o se non si dovesse risolvere la questione del "fiscal cliff" negli Stati Uniti. Infatti un peggioramento della crisi europea ridurrebbe la crescita in Asia del 2% il prossimo anno e il fiscal cliff eliminerebbe un altro 1%.

La Banca Mondiale ha concluso la sua previsione affermando che i policy maker in Asia orientale e nel Pacifico dovranno continuare a gestire la crescita e la riduzione della povertà in un ambiente che rimarrà probabilmente volatile.

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