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Banca Etruria: assolti ex vertici, ma dov’è la licenza della nuova Banca?
mercoledì 30 novembre 2016, di
Proclamata la sentenza che riguarda gli ex vertici di Banca Etruria, “il fatto non sussiste”. Sono stati quindi assolti l’ex presidente dell’istituto Giuseppe Fornasari, l’ex dg Luca Bronchi e il direttore centrale Davide Canestri accusati per aver fornito informazioni incomplete ed inesatte alla Banca d’Italia. Gli imputati erano ritenuti colpevoli di aver mascherato le reali condizioni economiche in cui si trovava la banca tra il 2011 ed il 2013, ostacolando in questo modo il lavoro di vigilanza di Banca d’Italia e Consob. Il tribunale ha però dato ragione alla difesa sostenendo che gli imputati avevano reso noto a Bankitalia tutti gli elementi fondamentali e che era stata la stessa Consob ad approvare l’operazione. La sentenza è quindi di fondamentale importanza in quanto dichiarerebbe la correttezza nell’operato dei vertici di Banca Etruria.
Domani invece sarà nuova Banca Etruria a salire sul banco degli imputati nell’ambito della causa tra l’istituto di credito e la Corso Italia immobiliare. Al centro della causa in questo caso ci sarebbe la richiesta di rientro di fidi e prestiti intimata dalla banca ai vecchi correntisti di Banca Etruria. Domani sarà il giorno della verità in quanto dovrà essere presentata la licenza di nuova Banca Etruria ad operare, fin ora nessuna traccia del documento. La mancanza della licenza potrebbe creare non pochi problemi alla banca e, di conseguenza, all’intero sistema bancario italiano.
Banca Etruria: nessun ostacolo alla vigilanza, resta però la bancarotta
Sono stati assolti dal tribunale di Arezzo gli ex vertici di Banca Etruria dall’accusa di ostacolo alla vigilanza, l’istituto di credito rientra tra i quattro salvati dal governo lo scorso novembre.
Il tribunale, dando ragione alla difesa, ha chiarito che gli imputati avevano comunicato a Bankitalia tutti elementi fondamentali. Sui crediti deteriorati, spiega il gup, sarebbero stati rispettati tutti i criteri internazionali di contabilità ed accantonamento. A seguito della sentenza però il procuratore Rossi ha fatto sapere che la procura sarebbe pronta a ricorrere in appello e che la sentenza di oggi non inciderebbe comunque sull’altro capo di accusa su cui starebbero lavorando gli inquirenti, quello cioè di bancarotta e truffa.
Le nuove indagini interesserebbero i presunti reati di false fatturazioni e omessa comunicazione al CdA del conflitto di interessi in relazione ai fidi concessi dalla banca a società riconducibili ad alcuni amministratori. Sempre la stessa procura starebbe indagando inoltre sul reato di bancarotta fraudolenta. Al centro degli accertamenti ci sarebbero le consulenze, la liquidazione dell’ex direttore generale Bronchi, i premi aziendali ed i fidi concessi ad imprenditori considerati vicini ai dirigenti della banca. In ballo ci sarebbe anche la vicenda legata alla vendita di obbligazioni secondarie a risparmiatori inconsapevoli dei rischi connessi a tali strumenti finanziari.
Gli esponenti dell’Associazione Vittime Salva-Banche hanno definito “inammissibile e vergognosa” l’assoluzione degli ex vertici.
Nuova Banca Etruria: domani il giorno della verità sulla licenza
Nasce nel gennaio 2016 dalle ceneri di Banca Etruria e subito, per risistemare il bilancio, chiede il rientro di fidi e prestiti ai correntisti. Una società immobiliare di Arezzo però non ci sta e incarica un avvocato di Roma esperto di diritto bancario di difenderla. La causa inizia il 16 aprile 2016, la prima richiesta fatta dall’avvocato è banalmente l’intimazione alla banca a mostrare la licenza bancaria. Il Giudice, accogliendo l’istanza, invita Bankitalia a mostrare la licenza, cosa che però non è mai accaduta.
Sembrerebbe una richiesta banale, ma ad oggi la richiesta del giudice non è ancora stata soddisfatta, l’unico documento mostrato fin ora sarebbe l’estratto del novembre 2015 in cui la BCE autorizza la creazione della società ponte atta a risolvere il disastro delle 4 banche incriminate. Alcune settimane fa anche la stessa Bankitalia viene tirata in causa sulla vicenda, ma in tale circostanza viene però opposto il segreto d’ufficio.
Essendo tale documento pubblico però, nel giudizio di domani dovrà necessariamente essere presentato al fine di placare ogni dubbio. In caso contrario potrebbe partire l’immediata denuncia per attività illecita della banca. In tale caso ad essere a rischio non sarebbe solo i correntisti, oltre a loro salterebbero gli stessi vertici ed il decreto Salva Italia.