Home > Altro > Archivio > Auto elettriche, i vantaggi e come diffonderle in Italia
Auto elettriche, i vantaggi e come diffonderle in Italia
martedì 9 gennaio 2018, di
Le auto elettriche in Italia stentano a prendere piede come nel resto d’Europa, ma ci sono diversi attori a lavoro per invertire questa tendenza, sia dal punto di vista informativo che operativo. A tal proposito abbiamo intervistato Lorenzo Marfisi del Gruppo Acquisto Auto, il portale che vuole diffondere la mobilità a zero emissioni culturalmente e materialmente.
Auto elettriche: come guardare avanti se l’Italia è indietro
Ancora non si può paragonare il nostro Paese agli esempi elettrificati ed efficienti di Germania, Olanda e soprattutto della Norvegia.
Quel che manca in Italia, rispetto soprattutto ai paesi nordici, sono un’adeguata informazione e una maggiore consapevolezza sul mondo elettrico e sui suoi benefici in termini di riduzione delle emissioni e dell’inquinamento acustico; inoltre manca un aiuto economico da parte del Governo nella forma di incentivi diretti all’acquisto per i veicoli ibridi plug-in e per i veicoli totalmente elettrici; infine non abbiamo ancora una infrastruttura di ricarica capillare, affidabile e interoperabile lungo tutto lo stivale.
Per provare a risolvere la diffidenza degli italiani, da molti ritenuta di natura culturale, è nato il portale GAA.
Il Gruppo Acquisto Auto nasce con diversi obiettivi: il primo è informare gli utenti sulle novità e le possibilità delle auto plug-in, dai nuovi modelli ai vantaggi della scelta elettrica in termini di riduzione del TCO, di benefici ambientali e del piacere di guida; poi dal punto di vista operativo per cercare, in collaborazione con il GAI - Gruppo d’Acquisto Ibrido, di creare e coordinare gruppi di acquisto per veicoli a basso impatto ambientale per riuscire a ottenere dal concessionario vantaggi economici sicuramente più consistenti di quelli che riescono a "strappare" i singoli acquirenti.
L’elettrico è davvero pulito?
Le auto elettriche garantiscono un impatto ambientale decisamente più basso rispetto a tutte le altre alternative a motore termico, e questo dovrebbe convincere i più attenti al rispetto dell’ambiente.
Le auto elettriche sono sicuramente la soluzione di mobilità più green in assoluto (in termini di LCA), anche se nel nostro Paese si cerca di nascondere questa verità per continuare a favorire gli interessi dei grossi gruppi industriali.
Sono stati pubblicati diversi studi che mostrano come senza ombra di dubbio le auto elettriche siano molto più pulite delle auto tradizionali, nonostante comportino maggiori emissioni in fase di produzione. Ad esempio, secondo una recente analisi sul ciclo di vita delle automobili condotta dalla VUB University di Bruxelles e dalla Transport & Environment (T&E), ONG di riferimento in Europa per la promozione del trasporto sostenibile, i veicoli elettrici plug-in, anche quando alimentati esclusivamente dalla elettricità più “sporca” della UE (quella polacca), sono responsabili di una “impronta di carbonio” inferiore rispetto a quella dei veicoli Diesel, già più puliti dei motori a benzina. La riduzione media in UE è del 55%, e ovviamente, l’impatto ambientale dei veicoli elettrici plug-in scende ancora quando ci si affida alle energie rinnovabili.
Non bisogna neanche limitarsi a guardare la CO2 emessa dalle auto elettriche dalla progettazione allo smaltimento, dato che le auto endotermiche producono anche altre sostanze dannose.
Le auto con motore termico possono avere molti effetti deleteri sulla salute umana e sull’ambiente poiché producono monossido di carbonio (CO), idrocarburi incombusti (HC), ossidi di azoto (NOx), ossidi di zolfo (SOx) e particolato carbonioso (PM: Particulate Matter). Non bisogna tralasciare che gli EV (Electric Vehicles) sono anche più efficienti degli endotermici: la propulsione elettrica è circa tre volte più efficiente di quella endotermica; in altre parole consumando la stessa quantità di energia un’auto elettrica percorre tre volte più chilometri rispetto ad un’auto tradizionale.
Rimane il problema dell’estrazione dei minerali come cobalto e litio, spesso in zone a rischio sfruttamento nelle miniere, e lo smaltimento delle batterie.
Per quanto concerne il litio, ci sono diversi enti come il Cobat, Consorzio Nazionale di Raccolta e Riciclo, che si stanno adoperando per gestirne il riuso e, poi, il riciclo. Secondo Il presidente del Cobat, Giancarlo Morandi, “le batterie possono diventare un’opportunità se inserite all’interno di un percorso virtuoso di economia circolare”. Gli accumulatori possono essere riutilizzati e riassemblati in pacchi di storage per lo stoccaggio di energia da fonti rinnovabili. Inoltre il Cobat è al lavoro con il CNR per individuare una tecnologia ambientalmente ed economicamente sostenibile per riciclare le batterie quando non potranno più essere riutilizzate.
L’auto del futuro
In un momento di rivoluzione del mondo automotive, è inevitabile fare previsioni su ciò che sarà domani. Abbiamo chiesto il nostro parere a Lorenzo Mafisi del GAA.
Il futuro della mobilità sarà sicuramente dominato da veicoli elettrici a guida autonoma, veicoli intelligenti e condivisi capaci di dialogare tra di essi e con le infrastrutture circostanti.