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Attenzione al dollaro: potrebbe innescare la prossima crisi. Ecco il perché
martedì 5 febbraio 2013, di
Le aspettative sulla fine della politica monetaria degli Stati Uniti "altamente alleggerita" probabilmente prenderanno piede durante la seconda metà del 2013, innescando una corsa del dollaro che potrebbe durare per cinque anni, dice l’economista indipendente, Andy Xie. E questo potrebbe portare ad una "crisi" nei mercati emergenti.
L’economia degli Stati Uniti ha cominciato a mostrare segni di vita di nuovo, con l’attività di fabbrica che è riuscita a toccare massimi di 9 mesi a Gennaio, suggerendo chiacchere riguardo una presunta fine del programma di quantitative easing della Federal Reserve.
Xie prevede che l’indice del dollaro,che misura la performance della valuta contro un paniere di valute, salirà a 100 nei prossimi tre anni, un 25% in più rispetto ai livelli attuali circa 80 sulla forza relativa nella più grande economia del mondo.
Circoli viziosi
"Il mercato rialzista del dollaro tende a innescare crisi nelle economie emergenti. Questa volta è probabile che succederà lo stesso", dice l’ex economista di Morgan Stanley, citando la crisi del debito dell’America Latina negli anni ’80 e la crisi finanziaria asiatica del 1997, durante le quali l’aumento del dollaro rispetto alle valute locali portò ad un picco dei pagamenti di interessi sul debito estero.
"Durante il mercato del dollaro degli ultimi 10 anni, una quantità enorme di "hot money" (si riferisce al flusso di fondi (o capitale) che va un paese ad un altro, al fine di guadagnare un profitto a breve termine sulle differenze dei tassi di interesse, n.d.r.), scorreva verso le economie emergenti, causando l’apprezzamento della valuta e bolle speculative. Ma quando il dollaro cambia direzione, così fa la liquidità. Il ciclo virtuoso sulla strada in salita diventa un circolo vizioso su quella in discesa", ha aggiunto Xie.
Paesi più a rischio
Nel mercato del dollaro degli ultimi dieci anni, i paesi BRIC (Brasile, Russia, India, Cina), sono stati i "beniamini" del capitale speculativo internazionale, il che li ha resi più vulnerabili. Il noto economista dice che il Brasile e l’India sono i paesi più a rischio tra i BRIC, in quanto il loro mercato dei capitali è più aperto agli investimenti esteri.
"Una grande preoccupazione questa volta è la quantità di hot money che scorre verso le valute locali, il debito in valuta locale da parte dei grandi hedge fund; tutto questo non c’era 15-20 anni fa, ora stanno piantando soldi nelle economie emergenti acquistando il debito del governo locale," dice Xie.
In Brasile, vi è un elevato grado di partecipazione, da parte di investitori stranieri, nel mercato obbligazionario locale. Gli stranieri detengono circa il 12,3% del debito interno del paese, secondo Reuters.
Mentre in India, gli investitori stranieri giocano un ruolo critico nel mercato azionario del paese, contribuendo a circa il 30% del fatturato di mercato. L’anno scorso, gli afflussi degli investitori istituzionali esteri (FII) nel mercato azionario del paese, per esempio, hanno toccato i 23 miliardi dollari, il secondo più alto afflusso netto in un singolo anno solare.
"Quando il dollaro si rafforza, le valute dei mercati emergenti iniziano a scendere, l’inflazione sale e i tassi di interesse anche iniziano a salire, quindi i prezzi dei titoli di stato si riducono", dice Xie.
I punti forti dei mercati emergenti
Altri analisti dicono che le economie emergenti si trovano in una posizione più forte rispetto al passato e che dovrebbero offrire una certa protezione contro una brusca liquidazione di fondi esteri se il dollaro dovesse iniziare a salire in mezzo a un ricalcolo del programma di quantitative easing della Federal Reserve.
Dariusz Kowalczyk, senior economist e strategist di Credit Agricole, non crede che le valute dei mercati emergenti saranno vulnerabili, dati i fondamenti robusti delle rispettive economie e dice, "Mentre ci aspettiamo che il dollaro USA guadagnerà contro l’euro e lo yen nel corso dei prossimi due anni, riteniamo che le valute dei mercati emergenti si apprezzeranno nei confronti del dollaro".
L’economista conclude, "Storicamente, quando il dollaro scende rispetto alle principali valute, subisce un declino anche nei confronti delle valute dei mercati emergenti, ma questa volta sarà diverso. I mercati emergenti stanno crescendo più rapidamente; attireranno afflussi verso le economie, i mercati azionari e quelli delle obbligazioni societarie, il che sosterrà le loro valute".
| Traduzione italiana a cura di Erika Di Dio. Fonte: Cnbc |