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Antitrust in Cina attacca Mercedes: 52 milioni di multa

giovedì 23 aprile 2015, di Mike thomson

La Cina ha sempre offerto un terreno fertile per le grandi multinazionali per ampliare - con una crescita esponenziale negli anni - la propria offerta di prodotti.
Ma ora sembra che le prime problematiche inizino ad affiorare a livello burocratico per i costruttori di auto di lusso.

Mercedes multata dall’antitrust cinese per 52 milioni di euro
Una multa salatissima quella che oggi è stata imputata dall’antitrust cinese alla casa automobilistica tedesca Mercedes, che ammonta a 52 milioni di euro per cause monopolistiche.

Questa è solo l’ultima di molte problematiche che le case automobilistiche stanno affrontando i Cina, con l’unico risultato di un netto calo delle vendite.

Lunedì scorso anche la BMW ha dovuto tagliare il prezzo della produzione destinata alla vendita in territorio cinese, per cercare di rispondere all’abbassamento della domanda.

La sede BMW nella provincia di Jiangsu - nella Cina orientale - è stata multata per aver imposto un prezzo minimo di vendita ai commercianti per le proprie vetture.

Una pratica questa considerata anti-concorrenziale in molti paesi come la Cina, dove i prezzi al listino vanno considerati soltanto come un suggerimento per i venditori, liberi per legge da qualsiasi vincolo dalle case produttrici.

Anche la National Development and Reform Commission (Ndrc), il ministero del controllo sui monopoli, novembre scorso aveva ordinato una perquisizione degli uffici amministrativi della Mercedes a Shanghai.

Molti avvocati cinesi che hanno seguito cause per reati economici hanno affermato che l’ufficio della Ndrc - che si occupa dell’applicazione delle legge anti-monopolio del 2008 - è solito usare la mano pesante, rivolgendosi agli stessi avvocati con parole di minaccia indiscriminate.

Le organizzazioni degli imprenditori stranieri operanti in Cina hanno più volte denunciato di essere sotto assedio dalle autorità di Pechino già da diversi anni, senza comunque ricevere una tutela alcuna.

Nel settore automobilistico, sono state condannate anche Chrysler, Audi e molte case giapponesi.

La domanda cinese delle auto di lusso giù in picchiata
Tutto si accompagna alla repentina caduta delle vendite che interessa il settore, scoraggiando un aumento della produzione in Cina da parte delle case automobilistiche.

La stessa Bmw, attraveso il suo numero uno in Cina Karsten Engel, ha annunciato per il secondo quadrimestre 2015 nuovi tagli di produzione dopo quelli decisi a inizio anno.

Engel non ha voluto in ogni caso rendere pubbliche le cifre esatte, ma tutto si collega, oltre alla scarsa domanda nel settore, anche alle pesanti politiche antimonopolistiche presenti sul territorio cinese.

Un trend che sembra consolidarsi sempre più tanto che nelle scorse settimane anche la Ford e la Volkswagen hanno tagliato del 10% i prezzi dell proprie autovetture.

Sembra sia già giunta al tramonto la grande crescita di domanda e produzione che ha fatto scommettere sulla Cina in questi anni.

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