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Azioni Air France Klm in picchiata dopo shopping del governo olandese

mercoledì 27 febbraio 2019, di Luca Fiore

Profondo rosso per le azioni Air France-Klm. Ad innescare le vendite sul titolo del vettore franco-olandese è stato l’annuncio da parte dell’esecutivo dell’Aia di voler salire al 14 del capitale.

La mossa è figlia delle crescenti tensioni con l’altro "socio pesante", la Francia.

Sul listino di Parigi, le azioni Air France-Klm segnano un calo dell’11,39% a 11,28 euro.

Hoekstra: nostra quota pari a quella di Parigi

Ieri sera il Ministro delle finanze olandese, Wopke Hoekstra, ha annunciato che il governo ha portato la partecipazione detenuta dal Tesoro olandese al 12,7 per cento (dal precedente 5,9%). Il controvalore dell’operazione è di 860 milioni di euro.

Hoekstra ha inoltre annunciato che l’esecutivo punta a salire fino al 14%. L’obiettivo, ha detto il Ministro è quello di rafforzare il vettore, "arrivando eventualmente a possedere una quota equivalente a quella dello Stato francese" (che attualmente detiene il 14,3% del capitale). Secondo quanto dichiarato dal ministro delle Finanze Bruno Le Maire, il governo francese non è stato avvisato dello shopping.

“Il governo olandese –ha riferito Hoekstra nel corso di una conferenza stampa- intende porre le basi per intervenire sul futuro sviluppo di Air France-Klm”. "C’era troppa poca influenza da parte dello Stato per essere in grado di curare bene l’interesse pubblico olandese". Si tratta di un’operazione che “mostra il nostro impegno a lungo termine per l’intera azienda".

Elbers sotto attacco

“La quota olandese non rappresenta un fattore positivo”, riporta una nota di Bernstein. “Siamo preoccupati che interessi nazionali divergenti rallentino il processo di ristrutturazione del gruppo”.

Hoekstra, che poi è quello che aveva avuto da ridire sull’accordo con Bruxelles che ci ha evitato la procedura per deficit eccessivo e che da sempre si distingue per l’attenzione riservata all’andamento del nostro debito pubblico, ha candidamente ammesso di voler tutelare l’interesse nazionale.

Nonostante scioperi e l’aumento della bolletta energetica, il 2018 di Air France Klm si è chiuso con utili per 409 milioni di euro, conto i 163 del 2017, e il totale dei passeggeri trasportati ha superato la fatidica soglia dei 100 milioni.

Risultati che non sono sufficienti per Parigi, orientata a sostituire l’amministratore delegato di Klm, Pieter Elbers. Anche grazie all’intervento dei lavoratori di Klm, Elbers finora è riuscito a parare gli attacchi, anche se l’ingresso del group Ceo, Benjamin Smith, nel consiglio di sorveglianza di Klm non lascia ben sperare.

Lo scontro ai vertici è legato al nuovo corso di Smith, che vorrebbe una maggiore integrazione tra le due compagnie (a quindici anni dalla fusione, Air France e Klm continuano a operare prevalentemente come marchi separati).

Nazionalismo fa rima con interventismo

Ovviamente lo scontro Parigi-Aia va contestualizzato nell’attuale scacchiere europeo che, in scia dei crescenti nazionalismi, registra continue ingerenze da parte dei governi nelle questioni economiche.

I governi di Francia e Germania sono intervenuti per salvare la fusione in ambito ferroviario tra of Alstom e Siemens, l’esecutivo tedesco è particolarmente attivo per evitare che Deutsche Bank finisca in mani straniere e Parigi punta al delisting di Electricite de France. In Italia, invece il governo vuole aumentare l’influenza in Telecom Italia e il dossier Alitalia torna periodicamente d’attualità.

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