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Adozione gay a Firenze: cosa prevede la legge italiana?
venerdì 10 marzo 2017, di
Per la prima volta in Italia il tribunale per i minori di Firenze ha approvato l’adozione di due bambini da parte di una coppia gay.
I due “papà” italiani, che hanno la residenza in Inghilterra, sono stati i primi in Italia a presentare una domanda di adozione che è stata approvata. Questa adozione segna un evento storico per l’Italia, paese ancora molto retrograda sotto certi aspetti.
Fino ad oggi nel Bel Paese non era mai accaduto che una coppia omosessuale adottasse un bambino che non fosse di uno dei due. Un minore infatti poteva essere adottato solo dal partner dell’uomo, che aveva già generato biologicamente il figlio.
Oggi invece le cose sono cambiate grazie al si del tribunale dei minori di Firenze. L’adozione, portata avanti in Inghilterra, è stata ufficializzata anche in Italia con conseguente approvazione di tutti i provvedimenti: i bambini avranno la doppia cittadinanza, sia inglese che italiana, e avranno gli stessi diritti sia in Inghilterra che in Italia.
Le pratiche burocratiche sono state svolte dal legale Susanna Lollini supportata e affiancata da Rete Lenford, un’associazione di avvocatura per i diritti delle persone LGBTI.
I due uomini hanno portato in tribunale tutta la documentazione necessaria che sarebbe stata aderente, secondo l’attenta disamina dell’avvocato, all’articolo 36 comma 4 della legge n. 184/83 sull’adozione dei minori.
Secondo i principi della Convenzione dell’Aja del 29 maggio 1993 un’adozione approvata in un paese straniero ha l’obbligo di essere approvata anche nel paese di origine dei genitori stessi a patto che questi ultimi abbiano dimostrato di essere una famiglia stabile che risiede nello stesso posto da più di due anni.
Se i requisiti del provvedimento vengono verificati ed approvati dal paese straniero, il paese d’origine li deve accettare secondo i dettami della Convenzione, all’interno della quale non vi è alcuna specifica sulla sessualità dei due genitori.
La convenzione infatti specifica soltanto come requisiti imprescindibili l’idoneità dei genitori all’adozione, il clima familiare disteso e una relazione affettiva stabile.
Come spiega l’avvocato Lollini, l’ottenimento dell’adozione ha rappresentato un’enorme soddisfazione non solo sotto l’aspetto personale e professionale, ma anche e soprattutto sotto l’aspetto umano della questione.
I due padri, nonostante le oggettive difficoltà che erano certi di dover affrontare, hanno creduto fino alla fine di poter riuscire nel loro intento.
L’accettazione del provvedimento è stato il risultato del duro lavoro in tutela dei diritti delle persone LGBTI nel quale tutti gli avvocati di Rete Lenford e le Famiglie Arcobaleno si sono cimentati per ottenere dei diritti fondamentali.
Nonostante questo meraviglioso traguardo, in Italia ancora manca una legge sull’adozione estesa anche alle coppie di fatto e la legge presente è considerata ormai desueta per molti aspetti. Vediamo perché.
Coppie di fatto, adozione: come funziona in Italia?
La questione dell’adozione di due bambini da parte di una coppia omosessuale ha riaperto una diatriba su un tema molto caldo in Italia: la mancanza di una legge sull’adozione estesa anche alle coppie di fatto.
L’Italia è uno dei pochi paesi in Europa che ancora non ha una legge sull’adozione dove siano incluse anche le coppie omosessuali che desiderino avere un bambino.
In Europa paesi come la Svezia, l’Inghilterra, l’Olanda, la Spagna, il Belgio, il Lussemburgo, i Pesi Bassi, la Norvegia, la Danimarca e l’Irlanda sono dotati da molti anni di leggi in tutela delle coppie omosessuali che non solo hanno accesso al matrimonio ma possono anche adottare legalmente dei bambini.
In Italia la procedura per ricevere l’affidamento di un minore è regolamentata dalla legge 184 del 1983, revisionata nel 2001 dalla legge 149, la quale stabilisce che solamente le persone eterosessuali legate in matrimonio da almeno 3 anni possano accedere all’adozione di minori.
Le coppie, oltre ad essere sposate, devono dimostrare di avere uno stipendio idoneo al mantenimento del minore, un equilibrio psicologico e almeno 18 anni di differenza con il figlio e massimo 45.
Le procedure per richiedere adozioni sono di fatto lunghissime ed estenuanti e spesso le coppie non raggiungono il loro scopo. Per quanto riguarda l’adozione da parte di single, le procedure sono ancora più complesse ma non impossibili, mentre se parliamo di coppie omosessuali è assolutamente vietato il matrimonio figuriamoci l’adozione.
Durante la disputa sul Ddl portato avanti dalla Cirinnà, proposta di legge volta a riconoscere le coppie di fatto, nel 2016 si è lungamente parlato di concedere il diritto di adottare figli anche alle coppie di fatto.
Ovviamente la politica italiana, come l’opinione pubblica, si è divisa tra coloro che erano a favore e coloro che erano contrari sollevando un gran polverone che alla fine non ha portato a nulla.
Di rimando è stato eliminato l’art. 5 del Ddl della Cirinnà, proprio quell’articolo che prevedeva la possibilità di estendere l’adozione anche alle famiglie omosessuali e da quel momento nessuno ha più avanzato la proposta di una nuova legge.
Che sia per l’adozione da parte delle coppie omosessuali oppure da parte di quelle eterosessuale, la legge 184 necessita di un miglioramento considerevole. Questa necessità è data da diversi fattori.
Il primo tra tutti è che in l’Italia, come in qualsiasi altro paese, le persone omosessuali costituiscono quasi la metà della popolazione e dovrebbero avere gli stessi diritti delle persone eterosessuali senza discriminazioni di sorta.
La sinistra italiana ha voglia di lottare per portare avanti un nuovo Ddl ma non sono dello stesso avviso i parlamentari di destra e la rappresentanza cattolica italiana.
Con il Vaticano dentro casa, in Italia sarà molto difficile far valere le ragioni delle coppie omosessuali soprattutto se si parla di adozione e matrimonio, due diritti che per legge sono riservati unicamente a persone di sesso opposto.
La strada per la parità dei diritti è ancora lunga ma l’adozione di Firenze ha riacceso un barlume di speranza per tutti coloro che vorrebbero una società senza discriminazioni.