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25 settembre: "L’Italia è un paese in vendita?" Intanto l’IMU si maschera da Service tax

mercoledì 25 settembre 2013, di Marta Panicucci

Dopo la notizia di ieri del passaggio in mani spagnole di Telecom Italia questa mattina il Sole24ore si chiede: "L’Italia è un paese in vendita?"

E’ lunga infatti la lista delle aziende, un tempo italiane, acquisite negli ultimi anni da investitori o compagnie straniere. Tutti i settori interessati: abbigliamento, cibo e ora anche telecomunicazioni.

Repubblica si concentra sui nodi fiscali e riporta all’ordine del giorno l’IMU suggerendone il ritorno sotto forma di service tax.

Forexinfo propone un’analisi sul cambio euro-dollaro che ha superato la soglia di 1,30.

Il Corriere della Sera dedica un articolo alle bollette dell’acqua: il 4,3% degli utenti non pagano la fornitura d’acqua da almeno due anni creando un buco da 3,8 miliardi.

L’Italia è in vendita?

Il Sole24ore propone un articolo con i principali marchi italiani acquisiti e passati in mani straniere negli ultimi anni. Molto ambite le aziende che producono cibi e bevande, un must in tutto il mondo:

Nel 2011, un’altra spagnola, la Campofrio food ha rilevato i salumi di Fiorucci, nel 2008 il gruppo Sos ha rilevato gli oli Bertolli, Carapelli e Sasso che ora sono in vendita per le difficoltà finanziarie della holding. Nell’orbita di Gallina Blanca è entrata la Star dopo la rinuncia della famiglia Fossati, l’argentina Molinos ha rilevato dal fallimento la pasta Del Verde. Consistente anche il bottino dei francesi: il boccone più grosso è indubbiamente quello di Lactalis con Parmalat e prima ancora con i formaggi Galbani, Invernizzi e Cademartori; il 49% di Eridania Italia é stato ceduto alla Cristalalco mentre il 27% del gruppo caseario Ferrari é entrato in portafoglio alla Bongrain Europe.

Per quanto riguarda l’abbigliamento gli esempi sono molti e di un certo prestigio, basta pensare a Pucci, Fendi, Loro piana, Pomellato, Valentino.

IMU o service tax?

I nodi di finanza pubblica da sciogliere non sono pochi e la copertura finanziaria scarsa. Così governo e partiti a suo sostegno discutono sulle priorità del paese, consci del fatto che impiegare i fondi per un problema significa non averne per un altro. E così bisognerà fare una scelta: seconda rata IMU, aumento Iva, cuneo fiscale, spedizioni all’estero questi i principali nodi da sciogliere.

Repubblica intanto punta i riflettori sulla seconda rata dell’IMU che potrebbe uscire dalla porta dal governo e rientrare dalla finestra sotto le spoglie di un’altra tassa, la service tax:

Torna l’Imu sulla prima casa, ma mascherata da "service tax". È questa la mossa, dal sapore di un’amara beffa, che il governo si prepara a mettere in atto per trovare la quadra alla difficile partita delle tasse e dei conti pubblici

Tesoro: tre giorni di aste

Il Sole24ore ricorda che inizia oggi il tour de force che terrà impegnato il tesoro per tre giorni con l’emissione di CTz, BTpei, BTp Italia:

Oggi vengono emessi CTz (certificati a due anni zero coupon, quindi senza cedola) per un controvalore di 2,5 miliardi di euro e BTpei (indicizzati all’inflazione europea a differenza dei BTp Italia che sono invece indicizzati all’inflazione italiana) per un ammontare di 750 milioni di euro. Domani tocca ai BoT a 6 mesi: il Tesoro punta a raccogliere fino a 8,5 miliardi di euro. Venerdì sarà la volta di BTp a 5 e 10 anni per un importo compreso tra 5 e 6 miliardi

Cambio Euro-dollaro

Forexinfo questa mattina ipotizza un target del cambio euro-dollaro a 1,50 in caso di perdita di fiducia nella Fed:

Ogni volta che il tasso di cambio euro-dollaro torna prepotentemente sopra la soglia di 1,30, gli investitori vengono subito attratti dalla possibilità di shortare il cambio su livelli ritenuti da tanti esperti eccessivamente elevati rispetto al reale valore di mercato. Diverse banche d’affari profetizzano un ritorno a 1,25 o anche a 1,20 nei prossimi mesi, in scia alle aspettative di un imminente avvio del tapering e a causa di fondamentali economici decisamente migliori negli Stati Uniti. Tuttavia, c’è chi va in netta controtendenza ritenendo concreta la possibilità di una forte svalutazione del dollaro americano nei prossimi anni

Per approfondire leggi: Euro-Dollaro, target a 1,50 se si perde fiducia nella FED. Fantaeconomia o ipotesi possibile?

Amministrazioni pubbliche morose

Si è creato un "buco nell’acqua" di circa 3,8 miliardi. In Italia, i morosi ovvero coloro che non pagano la bolletta da 24 mesi consecutivi, sono il 4,3% dei clienti. Al primo posto industrie, regioni, comuni:

Nella lista dei peggiori pagatori la pubblica amministrazione viene superata solo dai cosiddetti utenti di servizi all’ingrosso, grandi consumatori come le industrie e i distretti artigiani. Per loro il tasso di mancato incasso dopo 24 mesi, definizione burocratica di morosi, arriva al 23,6%. Ma al secondo posto ci sono le amministrazioni locali con l’8% e poi quelle centrali con il 6,5%

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