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2012: la crisi del debito sarà la fine dell’Euro? (The Economist)

venerdì 27 luglio 2012, di Federica Agostini

Sarà la crisi del debito a segnare la brusca fine dell’Euro?

Abbiamo tradotto dal The Economist, una pungente critica alla situazione della Spagna e all’influenza che le condizioni nel paese iberico hanno su tutta l’Economia Europea.

L’Eurozona è troppo lenta nei suoi interventi. Sino ad oggi, ogni azione intrapresa è stata un semplice palliativo momentaneo.

La verità è che sul lungo termine non ci sono ancora progetti in cantiere, e qualsiasi proposta concreta venga accettata passeranno degli anni prima che possa prendere effetto.

Il risultato di questi rimandi, spiega il giornale, è il disgregamento della fiducia, non soltanto degli investitori -ormai sempre più restii anche alle parole di conforto della BCE- ma anche dell’opinione pubblica che, ogni giorno di più, preferisce schierarsi con posizioni politiche estreme, il più delle volte anti-euro.

La crisi del debito europeo è, ormai da tempo, in un circolo vizioso che da una parte vede gli stati indebitati logorati dalla mole crescente di questo debito.

Dall’altra parte ci sono i paesi "creditori" che cominciano a dubitare dell’efficienza e dell’effettiva utilità dei loro prestiti che, peraltro, rischiano di danneggiare anche la loro economia.

Perché una soluzione tarda tanto ad arrivare?

Il problema è che i 17 membri dell’eurozona (con i relativi 333m abitanti) non possono arrivare ad accordarsi su chi debba sacrificare cosa per salvare l’Europa.

La Germania, minacciata questa settimana dalla possibilità di downgrade, teme che le possa essere chiesto di pagare ancora. L’Olanda e la Finlandia fanno la voce grossa.
La Francia differisce dalla Germania riguardo a quali cambiamenti siano necessari.

Per quanto riguarda i debitori, ad esempio in Grecia, il consenso dell’elettorato sta scivolando verso gli estremismi politici.

In Italia, Mario Monti è il migliore Premier che il paese abbia avuto da decenni, ma non è stato eletto, sempre più impopolare e sempre meno in grado di guardare alle riforme di cui, effettivamente, il paese avrebbe bisogno.

Dunque, il 2012 rappresenterà la fine dell’Euro?

L’Eurozona è stagnante. La crisi sta diventando un connubio pericoloso tra austerity del settore pubblico ed incertezza del settore privato. Gli investitori si tirano indietro perché sentono l’odore di perdita. I consumatori cercano di risparmiare, in vista del futuro difficile che verrà.

Tuttavia, finché il catastrofico collasso dell’Eurozona rimarrà una possibilità concreta, è difficile immaginare che le cose possano cambiare.

Fonte: Crisi: salvare la Spagna per salvare l’Euro? (The Economist)

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