UniCredit starebbe valutando un piano B: separare gli asset italiani da quelli esteri

Dividere in due il gruppo UniCredit: da una parte le attività italiane, dall’altra quelle estere. Questo il piano che secondo quanto riportato da “Il Sole 24 Ore” sarebbe stato esaminato dai vertici di UniCredit.

Abbandonare il famigerato “One UniCredit, One bank”, lanciato da Jean Pierre Mustier a pochi mesi dal suo insediamento alla guida della banca, per scindersi in due entità distinte.

Italia in un blocco, Germania, Austria, Centro-Est Europa, Turchia, Russia in un altro. La sede estera del gruppo dovrebbe essere fissata in Germania, dove dovrebbe anche essere trasferita gran parte della divisione Corporate & investment banking.

L’operazione dovrebbe essere neutrale per gli azionisti, ai quali sarebbero assegnate azioni delle due nuove entità.

Ridurre l’esposizione al nostro Paese

Tramite la scissione il gruppo dovrebbe acquistare una maggiore resilienza al rischio-Italia, oggi particolarmente forte vista la pressione esercitata dallo spread, i crediti deteriorati e l’esposizione all’andamento del rating sovrano.

Dopo un aumento di capitale da 13 miliardi e cessioni per 9 miliardi di euro, UCG capitalizza solo 24 miliardi di euro. Per un gruppo che, ricorda il quotidiano di via Monte Rosa, ha oltre la metà dell’attivo fuori dai confini nazionali, si tratta di un conto da pagare eccessivamente salato.

Piano strategico incentrato su “One Bank”

Da piazza Gae Aulenti fonti interne della banca hanno ribadito che l’orizzonte del piano strategico è incentrato sul concetto di “One Bank” e che con i conti del terzo trimestre è stato varato il principio dell’autofinanziamento per ogni società del gruppo.