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Prezzo petrolio: dopo Fed continua il recupero. Motivi e previsioni

giovedì 16 marzo 2017, di C. G.

Prezzo petrolio: dopo la riunione Fed e dopo i dati sulle scorte statunitensi, il prezzo del petrolio ha continuato a guadagnare ampio terreno mantenendosi però ancora al di sotto di quota 50 dollari a barile. Le previsioni degli analisti si mostrano sempre più contrastate, nonostante il crollo della quotazione sembri ormai alle spalle.

Il prezzo del petrolio è tornato a salire già da ieri, quando i primi dati sulle scorte statunitensi hanno iniziato a evidenziare un ribasso inaspettato. Ulteriori conferme sono giunte nel pomeriggio di ieri, quando la quotazione ha subito un’accelerata dopo i dati pubblicati dall’EIA, che tra l’altro ha confermato le proprie previsioni sul futuro del prezzo del petrolio. Come abbiamo visto sul nostro Calendario Economico, le scorte di greggio sono diminuite di 0,237 milioni di barili lo scorso mese. Il dato ha sorpreso gli analisti le cui previsioni avevano parlato di giacenze di aumento di 3,713 milioni di barili.

A più di tre mesi dallo storico accordo OPEC sulla produzione raggiunto a Vienna, il prezzo del petrolio continua ad oscillare vistosamente. Nei giorni scorsi la quotazione ha subito un brusco crollo mentre ora sta tentando di recuperare quanto perduto. Cerchiamo di capire cosa sta accadendo sul mercato del greggio e quali sono le previsioni sul prezzo del petrolio ora che la Fed ha alzato i tassi e ora che le scorte di greggio statunitensi sono scese più del previsto.

Prezzo petrolio: le oscillazioni della quotazione in sintesi

Il prezzo del petrolio fatica ad individuare un trend ben preciso. Dopo il già citato accordo OPEC la quotazione è schizzata alle stelle, ma sempre in modo contenuto rispetto ai livelli del 2014. L’implementazione dei tagli previsti dal Cartello ha contribuito a rafforzare il prezzo del petrolio che tuttavia si è mantenuto sempre confinato in un ristretto trading range.

L’aumento dei prezzi ha portato di conseguenza ad un aumento della produzione americana. Questo perché gli USA non hanno aderito all’accordo OPEC e molti produttori hanno tentato di sfruttare il rialzo della quotazione per trarne maggiori profitti. Tutto ciò ha nuovamente messo sotto pressione il prezzo del petrolio che comunque è riuscito a mantenersi sopra i $50, almeno fino a qualche giorno fa quando la quotazione è crollata ancora.

Ieri, però, il petrolio ha iniziato a rialzare la testa sugli ultimi dati relativi alle scorte statunitensi e sulle nuove previsioni di Goldman Sachs che si sono mostrate abbastanza rialziste. Sono questi gli elementi che stanno continuando a rafforzare il prezzo del petrolio. Vediamo allora nel dettaglio cosa sta succedendo sul mercato del greggio, quali sono le previsioni degli analisti e quali sono nel dettaglio le forze che stanno spingendo il prezzo del petrolio nell’una e nell’altra direzione.

I fattori che pesano sul prezzo del petrolio

Nei giorni scorsi il prezzo del petrolio è crollato ai minimi di novembre a causa dei dati USA che hanno mostrato una crescita della produzione che rischia di minacciare enormemente la riuscita dello storico accordo OPEC di Vienna. I produttori di shale hanno aperto ben 8 nuovi impianti di trivellazione nella settimana terminata lo scorso 3 marzo, secondo quanto riportato dalla compagnia Baker Hughes e come abbiamo potuto osservare sul nostro Calendario Economico.

Il dato che ha causato il crollo del prezzo del petrolio ha segnato l’ottavo aumento settimanale consecutivo, ma non è finita qui. Nella stessa settimana appena citata, ad aumentare non sono stati solo gli impianti di trivellazione, ma anche le scorte statunitensi di greggio che hanno registrato un incremento di 8,2 milioni di barili. Anche la produzione è salita di 56 mila barili al giorno. Questi tre semplici dati hanno fatto letteralmente sprofondare il prezzo del petrolio che è sceso fin sotto quota 48 dollari a barile, ma oggi la situazione appare nuovamente cambiata con i nuovi dati USA.

USA minacciano prezzo petrolio e accordo OPEC?

Il crollo del prezzo del petrolio osservato nei giorni scorsi ha spinto molti analisti a preoccuparsi della tenuta dell’accordo OPEC tramite il quale i paesi produttori hanno deciso di tagliare la produzione di greggio per tentare di riequilibrare il mercato. Da questo punto di vista le previsioni sul futuro andamento della quotazione si mostrano abbastanza negative.

Gli analisti hanno paura che l’aumento della produzione USA e il conseguente crollo del prezzo spingeranno alcuni dei membri OPEC ad abbandonare l’accordo sull’output. Una mossa del genere, non solo renderebbe inutile quanto fatto fino a questo momento, ma potrebbe anche incrementare la pressione di vendita sul greggio, portando il prezzo del petrolio a scendere ancora di più. Queste, in realtà, sono soltanto le previsioni più negative sul futuro andamento della quotazione di greggio, ma esse non sono le sole.

Prezzo petrolio: le previsioni EIA

A mostrarsi ottimiste sono soprattutto le previsioni dell’EIA secondo cui tre anni di tagli drastici alla produzione potrebbero portare ad una forte flessione dell’offerta. Parliamo dunque di un outlook di medio-lungo termine, il che significa che anche le previsioni EIA di breve periodo non stanno parlando di un rally immediato del prezzo del petrolio.

Secondo le previsioni EIA sul futuro andamento del prezzo del petrolio, la domanda di greggio continuerà a crescere e molto probabilmente andrà anche a superare l’offerta determinando il tanto atteso incremento della quotazione. Le previsioni EIA parlano di una domanda globale che raggiungerà quota 104 milioni di barili al giorno nel 2020 ma anche di una capacità di produzione che per il 2022 toccherà i minimi di 14 anni. In una situazione del genere, con una domanda di gran lunga superiore all’offerta, il prezzo del petrolio andrebbe probabilmente a schizzare alle stelle. Ecco perché, nonostante il crollo dei giorni scorsi, le previsioni dell’EIA si sono mostrate rialziste. La quotazione tornerà davvero a salire nel giro di qualche anno o continuerà a rimanere confinata in un ristretto trading range?

Prezzo petrolio oggi: le previsioni di Goldman Sachs

Simili alle previsioni dell’EIA si sono mostrate quelle di Goldman Sachs che hanno guardato con ottimismo alla riuscita definitiva dell’accordo OPEC di Vienna affermando che il riequilibrio del mercato è già in fase di sviluppo. Secondo le previsioni di Goldman, sul futuro andamento del prezzo del petrolio, la domanda di greggio andrà ad eccedere l’offerta e la quotazione tornerà a salire ancora.

Prezzo petrolio oggi: l’andamento della quotazione

Il petrolio oggi torna a viaggiare in rialzo. Nel momento in cui si scrive la quotazione del Wti sta salendo dell’1,11 a quota $49.4 a barile. Il prezzo del petrolio Brent segna invece un +1.16% e scambia a $52.41 a barile (ultimo aggiornamento ore 11:30).

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