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Prezzo del petrolio: le grandi banche si preparano al peggio
lunedì 3 luglio 2017, di
Prezzo petrolio: la quotazione è tornata a salire lievemente, ma le previsioni degli analisti stanno gettando nuove ombre sul futuro dell’oro nero.
Il recente rialzo del prezzo del petrolio è stato determinato dagli ultimi dati sull’attività di estrazione statunitense che, per la prima volta da gennaio, ha subito una pesante battuta d’arresto.
I guadagni del petrolio sono stati però limitati, dato che alla frenata dell’attività USA è corrisposto un inaspettato incremento dell’output da parte dei membri OPEC che tanto hanno lavorato per riequilibrare il mercato e risollevare la quotazione.
Nonostante l’attuale rialzo, infatti, anche le grandi banche si stanno preparando al peggio e hanno tagliato tutte le loro previsioni sul futuro andamento del prezzo del petrolio.
Prezzo petrolio: l’andamento attuale della quotazione
Grazie ai già citati dati sulla produzione statunitense, il prezzo del petrolio è riuscito a risollevarsi e ha recuperato, almeno in parte, le perdite subite durante il crollo della scorsa settimana.
Nel momento in cui si scrive, però, la debolezza del greggio è tornata a farsi sentire: mentre il prezzo del petrolio Wti sta viaggiando a -0,04% e sta scambiando su 46,43 dollari a barile, il Brent sta scendendo di un più evidente 0,16% e sta scambiando su quota 48,88 dollari (aggiornamento ore 08:15).
L’inefficacia degli sforzi OPEC
Per le grandi banche e i loro analisti, non c’è più alcuna speranza per il prezzo del petrolio: la comunità degli esperti si sta arrendendo. Bank of America, Citigroup e Societe Generale, che una volta avevano immaginato una quotazione a 60 dollari entro la fine dell’anno, hanno rivisto al ribasso le loro previsioni.
A causa dell’OPEC gli esperti sono adesso convinti che il prezzo del petrolio toccherà solo quota $50 entro la fine del 2017. All’inizio dell’anno, dopo lo storico accordo OPEC di Vienna, le grandi banche si sono mostrate piuttosto positive sul futuro andamento della quotazione, ma la scorsa settimana i prezzi sono scivolati in pieno territorio ribassista.
Questo perché i tagli messi a punto dai produttori non si sono mostrati sufficienti al riequilibrio del mercato e la produzione statunitense, nonostante l’ultima battuta d’arresto, ha continuato a lungo a mettere a repentaglio tutti gli sforzi per rialzare il prezzo del petrolio.
Prezzo petrolio: le previsioni degli analisti
La credibilità dell’OPEC ha subito un brutto colpo, secondo quanto affermato da Francisco Blanch di Bank of America. Le previsioni dell’istituto sul prezzo del petrolio sono state totalmente riviste: dopo aver stimato un Brent a $70 in estate, gli analisti hanno fatto un passo indietro e hanno parlato di una quotazione a $47 dollari a barile.
Per Ed Morse di Citigroup, non sarà più possibile osservare un prezzo del petrolio Brent oltre i 60 dollari al barile durante tutto il 2017. Dello stesso avviso anche Goldman Sachs Group Inc., che lo scorso dicembre ha previsto un WTI a $55 per il terzo trimestre e che ora non vuole spingersi oltre i $47,50.
A tagliare le proprie previsioni sul prezzo del petrolio sono stati anche gli analisti di JPMorgan Chase & Co. Essi avevano stimato un Brent a 62 dollari nel terzo trimestre e a 55 nel quarto ma oggi quelle previsioni sono state riviste rispettivamente a $50 e a $52.
Societe Generale, infine, aveva parlato di un WTI a $56 nel terzo trimestre e a $58,50 nel quarto. Anche in questo caso le previsioni sul prezzo del petrolio sono totalmente crollate a $47,50 e a $50.