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Prezzo petrolio: perché i $40 sono sempre più probabili
martedì 20 giugno 2017, di
Prezzo petrolio: la quotazione torna a respirare ma le previsioni continuano a mostrarsi piuttosto buie.
Se fino a ieri era stata la banca centrale russa a parlare di un prezzo del petrolio presto a 40 dollari, oggi l’allarme è stato ripreso anche da numerosi altri analisti che sembrano prevedere una discesa sempre più probabile per la quotazione.
A pesare sul prezzo del petrolio continuano ad essere i timori relativi all’eccesso di offerta sul mercato. Nonostante lo storico accordo OPEC di Vienna, gli Stati Uniti (che non hanno aderito al compromesso) hanno continuato a pompare greggio sul mercato, mentre anche il numero degli impianti di trivellazione è cresciuto nel corso del 2017.
La conseguenza? Dopo un iniziale rally che lo ha riportato sopra i 50 dollari al barile, il prezzo del petrolio è tornato a soffrire e a risentire di un’evidente pressione di vendita che ha portato a formulare nuove nefaste previsioni sulla quotazione. Cosa aspettarsi dal prezzo del petrolio secondo la banca centrale di Russia e secondo la maggior parte degli analisti?
Prezzo petrolio giù: le previsioni russe
Secondo quanto affermato dalla Nabiullina, la volatilità del prezzo del petrolio è un indicatore chiave dell’instabile situazione economica esterna. Da parte russa non si esclude un nuovo aumento della produzione di greggio statunitense (dato che gli USA non fanno parte dell’accordo OPEC), il che continuerà a rendere evidenti i rischi del mercato.
In virtù delle attuali oscillazioni e condizioni di mercato, la banca centrale russa ha mantenuto le sue previsioni 2017 a $50 a barile, ma per il biennio 2018-2018 ha stimato un prezzo del petrolio in calo su quota 40 dollari a barile.
Prezzo petrolio oggi: l’andamento della quotazione
Nel momento in cui si scrive sia il prezzo del petrolio Brent che quello del Wti stanno viaggiando in lieve rialzo. Nel primo caso parliamo di un +0,36% che sta portando la quotazione sui 47,08 dollari a barile. Nel secondo caso, invece, stiamo osservando un aumento dello 0,20% e un prezzo Wti a $44,52 (ultimo aggiornamento ore 10:25).
Dopo 4 settimane consecutive di vendite, i future sul petrolio hanno inaugurato anche questa in calo: a pesare sui prezzi continuano ad essere i timori legati all’eccesso di offerta sul mercato. I dati pubblicati nella sessione di venerdì hanno mostrato ben 6 nuovi impianti di trivellazione USA soltanto nella scorsa settimana il che ha compresso ancora una volta il prezzo del petrolio.
A pesare sulla quotazione non sono stati soltanto gli USA, ma anche la Nigeria e la Libia che potrebbero presto aprire le porte ad un imponente flusso di greggio. La Libia ha recentemente annunciato la sua volontà di sbloccare 160.000 barili al giorno per recuperare il tempo perduto negli ultimi due anni, caratterizzati da una disputa con una compagnia tedesca.
Cosa aspettarsi dal prezzo del petrolio? I pessimisti
Almeno nel breve periodo il sentimenti di mercato dominante continuerà a mostrarsi ribassista, secondo la maggior parte degli analisti. Non solo la banca centrale russa, ma anche altri osservatori hanno parlato della possibilità di un crollo sotto i 41 dollari a barile, mentre Chris Kettenmann, chief energy strategist della Macro Risk Advisors ha definito l’andamento del prezzo del petrolio come una “corsa verso il fondo”.
Cosa aspettarsi dal prezzo del petrolio? Gli ottimisti
Per altri analisti il fondo potrebbe essere raggiunto molto presto dalla quotazione. Alla base di queste teorie meno ribassiste ci sono i dubbi circa le reali capacità degli USA di continuare a fare profitti con prezzi così bassi, ma anche la suscettibilità della produzione libica e nigeriana agli eventi esterni, messa spesso a dura prova da scioperi o attacchi agli impianti.
Alla base di queste convinzioni c’è la previsione relativa ad un rimbalzo del prezzo del petrolio nella seconda metà dell’anno. Prezzi più bassi porteranno i produttori a porre un freno all’output poiché non sarà più conveniente né pompare a ritmi serrati, né continuare ad avviare impianti di trivellazione, che smetteranno di crescere. In tal caso verso la fine del 2017 saremo in grado di osservare un riequilibrio del mercato.
Ancora una volta le previsioni sul prezzo del petrolio sembrano trovare esperti più o meno ottimisti. La maggior parte di essi, però, è convinta che la quotazione continuerà ad attraversare una fase molto complicata, almeno nel breve periodo.