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Telecom Italia a rischio smantellamento? De Puyfontaine verso auto-sospensione
giovedì 15 marzo 2018, di
Tornano sotto i riflettori le azioni Telecom Italia, dopo gli ultimi sviluppi sul caso Elliott-Vivendi che sta infiammando le prime pagine dei giornali da oltre una settimana.
Secondo quanto riportato nelle ultime concitate ore, con l’ingresso del fondo statunitense nel capitale, il presidente di Tim Arnaud De Puyfontaine starebbe ormai considerando l’idea di auto-sospendere le proprie funzioni esecutive.
A riportare le indiscrezioni Reuters, che citando un portavoce di Vivendi ha messo in luce tutte le preoccupazioni dei francesi in merito all’avanzata di Elliott sul titolo della ex monopolista. Il timore principale è che l’entrata del fondo porti prima o poi allo smantellamento di Tim. Dichiarazioni, queste, che imporranno oggi un attento monitoraggio delle azioni Telecom Italia.
Lo scopo di Elliott e i timori di Vivendi su Telecom Italia
La salita dell’hedge fund nell’azienda di telecomunicazioni rientra a pieno titolo in quel progetto di rivoluzione di Telecom mai nascosto dagli americani, che hanno sin da subito puntato a contestare la gestione di Arnaud de Puyfontaine e a presentare un proprio piano industriale su Tim, la società più infuocata del momento, che ha archiviato il 2017 con un aumento del 4,2% dei ricavi, ma con una discesa dell’utile netto su quota 1,12 miliardi di euro.
A preoccupare Vivendi è oggi l’approccio finanziario di Elliott, considerato eccessivamente concentrato su obiettivi e strategie di breve termine al contrario di quello dell’ad Amosh Genish, “finalizzato a creare valore nel medio e lungo periodo”. Un focus del genere, per Vivendi, potrebbe addirittura causare lo smantellamento dell’intera Tim.
Per il momento, nessuna trattativa pare essere stata avviata tra i francesi, Elliott e Telecom Italia per la risoluzione amichevole della controversia e per la gestione ordinata della scalata statunitense. Il prossimo 24 aprile potrebbe risultare una data campale per le parti in causa: è in quell’occasione che, secondo indiscrezioni, il fondo presenterà la propria lista di consiglieri indipendenti in sostituzione di quelli di Vivendi.
Stando a quanto riportato da La Repubblica, Elliott avrebbe chiesto già la sostituzione di sei membri del Cda, esentando però dalla proposta Amos Genish. Arnaud de Puyfontaine, Hervé Philippe, Frédéric Crépin, Giuseppe Recchi, Félicité Herzog e Anna Jones. Sarebbero questi i consiglieri poco graditi al fondo, intenzionato a proporre al loro posto: Fulvio Conti, Luigi Gubitosi, Massimo Ferrari, Paola Giannotti De Ponti, Dante Roscini e Rocco Sabelli.
Con il duplice obiettivo di sostenere il valore delle azioni Telecom Italia e di favorire il dibattito sulla strategia da adottare, Arnaud De Puyfontaine potrebbe intanto scegliere di rinunciare alle deleghe operative pro tempore. Al momento della scrittura il titolo scambia con un rialzo del 2,115% su quota 0,80 euro).