Home > Altro > Archivio > Zona Euro: a tutta recessione, ma il peggio deve ancora venire
Zona Euro: a tutta recessione, ma il peggio deve ancora venire
venerdì 16 novembre 2012, di
E’ ufficiale, la zona Euro è di nuovo in recessione; la regione dei 17 paesi dell’Euro è alla seconda fase di recessione dal 2008 (la cosiddetta recessione a W). A confermarlo sono i dati sul prodotto interno lordo rilasciati ieri, 15 novembre, dall’Eurostat: nel terzo trimestre del 2012 il PIL dell’Eurozona ha subito un calo dello 0.1% rispetto alla contrazione 0.2% del trimestre precedente.
Prodotto interno lordo: la recessione a W
Al di sopra delle aspettative degli analisti, la Germania e la Francia hanno segnato una crescita trimestrale dello 0.2%, mentre paesi più problematici, come Spagna e Italia hanno registrato una contrazione (modesta) rispettivamente dello 0.3% e 0.2%. Tuttavia, paesi che solitamente sono accompagnati da economie solide, come l’Austria o i Paesi Bassi, mostrano segni di rallentamento verso la fine di questo 2012.
|
| Il PIL della zona Euro dal 2008 ad oggi, nel movimento a W |
Il peggio deve ancora venire
Ma il problema è che il peggio deve ancora venire; l’austerity, infatti, deve ancora giungere al suo apice, spiegano gli esperti. Le misure di austerità introdotte in Spagna avranno inevitabili effetti sulla produzione e a partire dall’immediato 2013 la recessione andrà sempre peggiorando.
In Francia, invece, la crescita moderata dello 0.2% dopo tre trimestri consecutivi di stagnazione, è probabilmente un riflesso di leggeri miglioramenti sul fronte Europeo e, secondo gli economisti della Société Générale di Parigi nel futuro della Francia c’è una recessione "moderata" o, nella migliore delle ipotesi, una fase di stagnazione.
Miglioramenti in vista?
Il quadro complessivo offerto dalla zona Euro è tutt’altro che confortevole e quello che si prospetta nell’immediato futuro è un periodo di estrema debolezza economica ed è per questo motivo che i tentativi messi in atto dalla classe politica per ritrovare la fiducia degli investitori finiscono sempre più spesso nel fallimento.
Fino a qualche tempo fa, sembrava che i lavori di costruzione per una "maggiore Europa" fossero sul punto di partire e allora era sufficiente dire "ce la faremo" per placare un poco i timori dei mercati. Ma oggi, a mesi (per non dire anni) di distanza, nulla ancora è stato fatto, se non passi indietro. L’economia è, sotto tutti i punti di vista, preoccupante e la questione sociale sempre più ingombrante.
Se la stessa direzione dell’Eurozona è del tutto incerta, come potrebbe essere diversamente sui mercati?