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Wall Street: ecco come i trader imbrogliano rispettando la legge

venerdì 14 giugno 2013, di Vittoria Patanè

Una falla normativa in grado di far guadagnare miliardi di dollari. Tutto si basa sulla tempistica, ma soprattutto sui soldi che si hanno da spendere.

Negli Stati Uniti alcuni investitori mettono in atto una sorta di “insider trading legale”. Come? Pagando per avere pochi secondi prima dati macroeconomici che influenzeranno in maniera notevole l’andamento dei listini.

Spesso si pensa ad un’ intuizione, a trader competenti che sanno fare il loro lavoro e che quindi, analizzando il mercato, riescano a capirne in anticipo l’andamento. Invece, come spesso capita, si tratta solo di soldi.

La legge impedisce di acquisire in anticipo i dati ufficiali provenienti dai governi o dalle agenzie federali, ma se a dare questi dati sono dei soggetti privati, allora tutto diventa legale, poco ortodosso magari, ma legale.

L’inchiesta

A rivelare quanto avviene all’interno della borsa newyorkese è addirittura il Wall Street Journal che spiega come alcuni trader paghino per sapere in anticipo i dati macroeconomici in uscita nella giornata; anche quelli importanti come l’indicatore sulla fiducia dei consumatori o quello sull’andamento del settore manufatturiero americano. E lo fa con un esempio concreto.

Il 15 marzo scorso gli investitori statunitensi attendevano con ansia l’uscita dei dati sulla fiducia dei consumatori elaborati dall’università del Michigan. Ma c’è stato qualcuno, e cioè l’Infinium Capital Management, che quel dato è riuscito ad averlo in anticipo, di pochi secondi, ma di quel tanto che è bastato per piazzare migliaia di ordini high - speed e guadagnare milioni. L’indice quella volta sarebbe stato negativo, all’azienda americana è bastato scommettere sul ribasso per ricavarne un profitto enorme.

La falla normativa

La giurisdizione americana punisce severamente la fuga di notizie: nessuno deve sapere in anticipo informazioni ufficiali in grado di influenzare il mercato. La falla sta proprio nella parola ufficiale. I dati macroeconomici americani vengono infatti calcolati dal Governo e dalle agenzie federali ad esso connesse. Acquisire queste analisi è praticamente impossibile. Ma non c’è nessuna legge che impedisce ad operatori privati, in piena autonomia, di elaborare questi dati per conto proprio. Anche se spesso questi centri fanno capo ad importanti enti di ricerca o università che sono in grado di influenzare in maniera importante l’andamento dei listini azionari.

Facendo nuovamente un esempio concreto: se un importante istituto di ricerca esegue dei calcoli sull’andamento dell’attività delle imprese (normalmente elaborato a Chicago), non c’è una legge che gli impedisce di vendere i risultati al miglior offerente. Non sono dati ufficiali, quindi può farlo.

Richard Painter, intervistato dal Wall Street Journal, parla di “un cono d’ombra” legislativo che permette agli investitori di comprare le informazioni e specularci sopra, purchè esse non derivino da enti ufficiali o dalle stesse aziende quotate in borsa.

Insomma, in America barare si può, anche legalmente.

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