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Volontary Disclosure: pubblicata la bozza del modello dichiarativo
mercoledì 10 dicembre 2014, di
Lo scorso 4 dicembre è stato approvato in via definitiva dal Parlamento il disegno di legge riguardante il rientro dei capitali dall’estero e l’autoriciclaggio, ovvero, la c.d. “voluntary disclosure”. Nei prossimi giorni è attesa la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della legge e la sua definitiva entrata in vigore.
Nel frattempo l’Agenzia delle Entrate ha anticipato i tempi pubblicando una prima bozza del modello dichiarativo con il quale i soggetti che intenderanno aderire alla procedura di collaborazione volontaria potranno mettersi in regola con il Fisco.
Il modello dichiarativo
Il modello è suddiviso in due parti principali, un frontespizio nel quale indicare le generalità e i recapiti del soggetto richiedente, una casella per distinguere se si tratta di una discosure nazionale o internazionale e una possibile scelta tra tre opzioni diverse e alternative. Si tratta della possibilità di avvalersi dello scudo fiscale, di cui all’articolo 13-bis del D.L. n. 78/2009, della possibilità di determinare i rendimenti in misura del 5%, anziché analiticamente, oppure optare per una delle due possibili modalità di versamento delle imposte evase: in unica soluzione oppure ratealmente in tre rate mensili. La seconda parte del modello, invece, è quella analitica dove devono essere riepilogati tutti i dati relativi alle operazioni oggetto di regolarizzazione.
Disclosure nazionale o internazionale?
Come abbiamo visto sul modello dichiarativo è necessario effettuare una scelta se la collaborazione volontaria ha carattere nazionale o internazionale. Questo perché, la legge sulla voluntary disclosure non riguarda soltanto il rientro dei capitali detenuti in paradisi fiscali, ma anche la possibilità di sanare l’evasione di redditi con cui si sono formati capitali che non sono mai stati portati fuori dal territorio nazionale. Stiamo parlando di capitali formati illegalmente ma detenuti ad esempio in cassette di sicurezza, di immobili fantasma, mai censiti al catasto, o di beni esclusi volontariamente dalla dichiarazione si successione.
Perchè può essere conveniente aderire alla volontary disclosure?
Le riflessioni che sono chiamati a fare sia i contribuenti che i loro consulenti, per il rientro dei capitali dall’estero, riguardano principalmente le motivazioni sottese all’utilizzo della procedura di collaborazione volontaria. Se pensiamo che tra qualche anno anche la Svizzera renderà disponibili le proprie informazioni sui propri correntisti, anche la possibilità di spostare i propri capitali in altri Paesi che garantiscano segreto bancario, potrebbero non essere a lungo termine una soluzione efficace, ecco che la procedura di collaborazione volontaria potrebbe essere una via d’uscita per sanare le posizioni più a rischio.
Se consideriamo anche che questa normativa va di pari passo con la lotta ai paradisi fiscali intrapresa dai governi di tutta Europa, possiamo capire che si tratta davvero un’occasione utile per cercare di sanare situazioni patologiche del passato, beneficiando di sanzioni certamente salate, ma inferiori a quelle che verrebbero applicate in caso di accertamento.
Tuttavia il tempo per valutare la se aderire non manca. Il modello dichiarativo di adesione potrà essere presentato sino al prossimo mese di settembre 2015, sempre con riferimento alle violazioni commesse siano al mese di settembre 2014.