Home > Altro > Archivio > Unione Europea: Merkel e Van Rompuy aprono a flessibilità e crescita. Un (…)
Unione Europea: Merkel e Van Rompuy aprono a flessibilità e crescita. Un nuovo inizio?
martedì 24 giugno 2014, di
Importanti segnali di apertura al cambiamento delle politiche comunitarie, anche in vista del semestre italiano di presidenza, arrivano sia da Berlino che da Bruxelles. Nel primo caso sono le recenti dichiarazioni di Angela Merkel a suscitare grande sorpresa dal momento che la cancelliera tedesca ha esplicitamente aperto al concetto flessibilità, ovvero alla possibilità di una dilatazione dei tempi per il rientro del deficit dei singoli stati membri dell’Unione Europea, pur rimanendo nell’ambito del Patto di Stabilità che, dovrà comunque rimanere in vigore ed essere rispettato. Il possibile impiego di una maggiore flessibilità nell’ambito del Fiscal Compact e la conseguente possibilità di collegare i tempi di rientro del debito con i cicli economici, sono da considerare come un riconoscimento delle richieste già avanzate dal Premier Renzi in sede europea e come un punto a favore per l’Italia che ha esplicitamente proposto un netto cambiamento delle politiche comunitarie e degli assetti istituzionali dell’Unione.
Altrettanto favorevole al semestre di presidenza italiano è la seconda bozza del nuovo programma della Commissione Europea che sarà presentato al prossimo vertice europeo del 26 e 27 Giugno. Sulla scia delle dichiarazioni di Angela Merkel, l’agenda di politica economica redatta dal presidente del Consiglio Europeo, Herman Van Rompuy, è un documento che dà ampia importanza ai temi della crescita e dell’occupazione, oltre a ribadire la possibilità di un allentamento dei vincoli di bilancio per questi Paesi, membri dell’Unione Europea, che definiranno e attueranno riforme strutturali.
Pur non essendo presenti esplicite richieste modifica del Patto di stabilità e crescita o del Fiscal compact, dato il persistente, elevato, livello di debito pubblico e la conseguente necessità di consolidare i conti pubblici, Van Rompuy ha posto al centro del suo documento forme di consolidamento di bilancio differenziate e attente alla crescita o, in altri termini, un pieno uso della flessibilità, pur armonizzata con le regole del Patto di Stabilità e Crescita. È questa la strada del “nuovo inizio” che riuscirà a garantire audaci riforme strutturali, l’unico elemento in grado di far ripartire la crescita e l’occupazione dei singoli stati membri dell’Unione, ancora troppo caratterizzati da una ripresa fragile e disomogenea e, quindi, ancora molto bisognosi di aumentare, con ogni sforzo la capacità di crescita e di e creare posti di lavoro.
Nelle parole del Presidente del Consiglio Europeo le riforme strutturali sono state individuate come un elemento di fondamentale importanza proprio perché il benessere dell’intera UE dipende dal successo che ogni singolo stato avrà nel proprio processo di crescita e modernizzazione. Altri importanti punti, al centro del documento di Van Rompuy, sono i rifermenti al mercato unico, l’importanza assegnata agli aiuti e agli sgravi fiscali alle imprese, come strumenti per la creazione di nuovi posti di lavoro, i temi della sicurezza energetica e dell’immigrazione che, come richiesto dall’Italia, è una problematica da affrontare in base ai principi di solidarietà e responsabilità.
Sul piano politico, oltre che di un apertura alle richieste italiane, si tratta di un tacito consenso all’accordo di massima con cui i leader della sinistra europea, tra cui lo stesso Renzi, hanno accettato di appoggiare il candidato del centrodestra, alla presidenza della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, in cambio di consistenti cambi di rotta, al livello politico, per il rilancio dello sviluppo economico. Rimane discordante, in questo quadro, la posizione del Premier britannico David Cameron che continua a contrastare la candidatura di Juncker, anche con la richiesta, mai avanzata prima di un voto esplicito sul Presidente della Commissione.

