Home > Altro > Archivio > Ungheria: Con Orbàn esodo di giovani e famiglie. Il Fmi lancia l’allarme (…)
Ungheria: Con Orbàn esodo di giovani e famiglie. Il Fmi lancia l’allarme recessione
mercoledì 3 aprile 2013, di
Continuano le cattive notizie legate alla situazione ungherese. Dal punto di vista strettamente economico fa notizia il rapporto del Fondo monetario internazionale che sottolinea le errate scelte politiche che hanno condotto il paese alla stagnazione economica e al rinvio delle nuove stime di crescita. La forte ’’ingerenza’’ del governo ungherese nell’economia del paese, caratterizzata da ’’frequenti e imprevedibili’’ cambi delle scelte ’’politiche’’, e ’’l’indebolimento delle istituzioni nazionali’’ hanno minato la fiducia degli investitori e la crescita del paese, che rimarra’ debole. Sul piano politico e sociale fa riflettere la denuncia del giornale economico Héti Vilàggazdasàg secondo cui da quando Viktor Orbàn è al potere sono usciti dal paese 500mila ungheresi.
Rapporto del Fmi
Secondo il Fmi l’economia ungherese è ancora lontana dall’uscita dalla crisi anche a causa delle contraddizioni delle politiche economiche del ministro delle finanze Orbàn.
Sarebbe necessario trovare la giusta combinazione di politiche che riesca a tenere sotto controllo il bilancio statale, ma allo stesso tempo che stimoli la crescita e l’occupazione.
Secondo il Fondo monetario, l’Ungheria non è ancora tornata ai livelli pre-crisi, essendo tornata a contrarsi dell’1,7% nel 2012, dopo il modesto recupero registrato nel 2011. Secondo la sentenza del Fmi l’Ungheria risente della debolezza dei consumi privati e degli investimenti a cui si aggiungono le rigorosissime politiche di consolidamento fiscale, a dispetto del recupero dell’export.
Anche le previsioni future non sono rosee, il Fmi sottolinea infatti come l’economia resterà stagnate anche nel 2013 e recupererà una crescita dell’1,2% solo a partire dal 2014.
Sul fronte delle politiche fiscali di austerity, improntate soprattutto all’ aumento della tassazione, si sono riscontrati effetti contrastanti: da un lato hanno contribuito a zavorrare l’economia, dall’altro hanno ottenuto un progressivo miglioramento del rapporto deficit/PIL sceso al 2,5%.
Esodo
Mezzo milione di persone che hanno lasciato l’Ungheria su 10 milioni scarsi di abitanti totali, questi i numeri denunciati dal giornale economico magiaro. Il governo di Orbàn ovviamente nega e smentisce "l’esodo"; riconosce però un certo flusso migratorio anche se con numeri nettamente inferiori (170mila persone).
A confermare i numeri del giornale Héti Vilàggazdasàg arrivano i dati di fonte tedesca secondo cui solo nel 2011 almeno 40 mila ungheresi si sarebbero trasferiti in Germania.
Il dato interessante è che questi 500 mila di cui si parla non sono disoccupati, poveri e poco istruiti, non sono gente delle campagne o nullatenenti. Sono soprattutto giovani e personale qualificato; secondo alcuni osservatori tra i giovani e gli studenti, il numero di espatri sarebbe decuplicato dopo le modifiche costituzionali.
L’Ungheria sta quindi perdendo il 12% della popolazione attiva e di valore. Un 12% di contribuenti che rischia di creare un buco nelle entrate fiscali e che solo un incremento demografico consistente e velocissimo potrebbe a medio termine compensare. Ma il tasso di depressione collettiva, pessimismo e disperazione, nell’Ungheria ormai precipitata in recessione è, secondo analisi internazionali, secondo solo a quello percepito in Grecia.