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Una nuova frontiera per le imprese italiane: la Corea del Sud
mercoledì 23 novembre 2011, di
L’abolizione dei dazi sulle importazioni è un provvedimento che apre un ampio ventaglio di possibilità per gli imprenditori italiani. Non pagare più l’8% di dazio su componenti e applicazioni importate in Corea risulta un fattore di importanza non indifferente: semplificazione burocratica, riduzione del dazio, spinta a una maggiore progettualità e innovazione.
Sì, perché sotto molto aspetti bisogna tornare ai livelli dello scorso anno per ciò che concerne le esportazioni italiane in Corea, in cui primeggiano macchinari, abbigliamento e prodotti farmaceutici.
Il provvedimento, annunciato in occasione del 2011 Eu-Korea Industrial Cooperation Day consentirà agli imprenditori europei di risparmiare ben 1,6 miliardi euro l’anno. E ogni risparmio può portare produttività e innovazione, soprattutto in alcune aree del Paese che necessitano di industrializzazione e occupazione. E guarda caso il provvedimento arriva in un momento nero per l’Europa e, specialmente, per l’Italia.
Confindustria, Abi e Unioncamere, intanto, coadiuvate dal Ministero degli Affari Esteri e dello Sviluppo Economico, forniranno 3,5 miliardi di euro alle piccole e medio imprese che investiranno in Corea del Sud. Un ulteriore incentivo per approfittare del Free Trade Agreement e aprirsi nuove prospettive di business.
Oltre all’Europa, anche USA, Cina e Giappone sono molto interessate ad aprire nuovi mercati in Corea del Sud. In tempi di crisi, la scoperta di un nuovo territorio dove incrementare il proprio business ricorda tanto l’esplorazione nel selvaggio west americano alla ricerca dell’oro o di terre dove costruire la propria casa o la propria attività.
Sarà cambiato il paesaggio, ma la terra delle opportunità, oggi, sembra essere proprio la Corea del Sud.