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Ultim’ora: passo indietro di Berlusconi: "votiamo la fiducia al governo". Ecco cosa sta succedendo al Senato

mercoledì 2 ottobre 2013, di Marta Panicucci

E’ notizia di pochi minuti fa: il Pdl sosterrà il governo Letta. Lo strappo di cui abbiamo parlato negli ultimi giorni a quanto pare si è ricucito nell’aula del Senato della Repubblica quando Silvio Berlusconi ha preso la parola.

Da ieri girava in maniera sempre più martellante la notizia di un netto strappo tra Silvio Berlusconi e una buona parte del suo partito non disposto a mettere al primo posto le vicende personali del loro leader a scapito della stabilità del governo e forse del paese.

Lo strappo

Nella scorsa settimana i parlamentari del Pdl e i ministri pidiellini avevano rimesso nelle mani del loro leader le dimissioni. La tensione è salita nel parlamento italiano fino al punto che il premier Letta ha deciso di chiedere la fiducia sull’operato del governo. Da quando si è iniziato a parlare di voto di fiducia la posizione di Silvio Berlusconi è stata netta: il Pdl vota la sfiducia al premier Letta.

Ma poco alla volta hanno iniziato a farsi sentire voci di dissenso nei confronti del capo. Alcuni parlamentari e ministri definiti dai fedelissimi di Berlusconi "traditori" e dagli esponenti del Pd "responsabili" hanno manifestato l’intenzione di votare la fiducia all’esecutivo di Letta.

Alfano, Quagliariello, Lorenzin, Lupi, Giovanardi e altri hanno dichiarato di non essere d’accordo con la decisione di Berlusconi e che avrebbero continuato a sostenere il governo Letta. Da questo strappo sarebbe nato un nuovo partito o gruppo parlamentare dal nome Nuova Italia formato da circa 40 pidielli transfughi.

Nel mese di ottobre il governo dovrà mettere a punto la legge di stabilità, la vecchia finanziaria. Già nel consiglio dei minsitri di venerdì scorso il premier Letta e il ministro dell’economia avevano deciso di concentrare l’impegno in sede di legge di stabilità su norme per lo sviluppo e lo sgravio fiscale per le imprese disposte ad assumere giovani e donne. In caso di caduta di governo la legge di stabilità sarebbe stata light, senza tali misure a favore delle ripresa del paese.

Il passo indietro

Ieri è stata una giornata frenetica sotto il cielo della politica italiana. Letta fa visita a Napolitano che auspica uno "sbocco non precario" della situazione, i fedelissimi di Berlusconi si riuniscono a palazzo Grazioli, grande assente Angelino Alfano ormai proiettato verso la formazione di un nuovo centro destra.

Anche questa mattina le posizioni sembravano nette: Berlusconi e i fedelissimi per la sfiducia, circa 40 pidiellini a favore. Ma alle 13.34 prende la parola al Senato Silvio Berlusconi che si sostituisce a Schifani. Al termine del breve discorso di Berlusconi dove cita la legge sulla responsabilità civile dei magistrati, ecco il passo indietro: "voteremo la fiducia al governo".

Il motivo di tale dietrofront non è ancora chiaro, ma lo strappo dei pidiellini e le reazioni dei mercati potrebbero aver fatto riflettere Silvio Berlusconi sulla convenienza del voto di fiducia a Enrico Letta. Nel pomeriggio è atteso il voto, con Sel e Movimento 5 Stelle che hanno già dichiarato la loro indisponibilità a sostenere Letta e Scelta Civica di Mario Monti a suo favore. Dopo il voto al Senato, alle 16 si passa alla Camera dove la partita è ancora tutta da giocare.

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