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Turismo, calano le offerte di lavoro: ecco perché
mercoledì 31 luglio 2013, di
Cala la domanda e di conseguenza cala anche l’offerta dei posti di lavoro nel settore del turismo, uno dei comparti a soffrire di più la crisi quest’anno. Si consideri infatti che nel 2013 ci saranno ben 25.000 posti di lavoro in meno nelle principali imprese turistiche e di ristorazione. Sono i dati stimati da Fipe-Confcommercio, che segnala anche come il 48% della decrescita riguardi bar e ristoranti e il 52% comprenda le altre imprese turistiche.
Perché gli italiani non vanno più in vacanza
I soldi non ci sono, le tasse aumentano e in attesa di decidere se bisognerà pagare l’IMU e se l’IVA registrerà l’aumento previsto, gli italiani preferiscono non partire per le vacanze. E se le malelingue affermano che i vari rinvii del governo Letta sono stati effettuati solo per non irretire i lavoratori del settore turistico, la verità parla un’altra lingua: meno vacanze, e se si fanno meglio all’estero. E così quel lavoro stagionale che fa gola a studenti e non solo cala considerevolmente quest’anno: tuttavia è anche vero che le imprese si lamentano spesso della mancanza di figure professionali qualificate. Come a dire: Cerchiamo solo professionisti con esperienza. Uno dei tanti paradossi del mercato del lavoro oggi.
Italiani in vacanza: dal 2008 al 2013 si registra quasi il -10%
Fipe sottolinea anche che solo il 39,7% degli italiani si concederà una vacanza nel periodo compreso tra il 1° luglio e il 30 settembre: una cifra molto bassa, che segue la decrescita iniziata nel 2008, quando la percentuale di vacanzieri italiani sfiorava il 50%.
Fipe: "Dati preoccupanti"
Il presidente Fipe, Lino Stoppani, ha espresso tutta la sua preoccupazione a riguardo:
I dati sul calo dei fabbisogni occupazionali da parte delle imprese turistiche sono preoccupanti poiché dimostrano come la macchina del turismo non giri neppure nel periodo più vocato dell’anno. La crisi ha prima intaccato la propensione degli italiani a fare più vacanze nel corso dell’anno e ora sta mettendo in discussione persino la mono-vacanza estiva. E non sarà certo il turismo internazionale a salvare la stagione.
Il turismo non è l’unico settore a tremare. Si prospetta un autunno caldo. Caldissimo.